venerdì 16 novembre 2018
Sono molte le statue dedicate agli eroi dello sport: Madeira ne ha eretta una a CR7, Calcutta una a Maradona. E per il Pirata c'è una biglia gigante a Imola
La biglia di Marco Pantani lungo la A14, all'altezza di Imola (courtesy Mercatone Uno)

La biglia di Marco Pantani lungo la A14, all'altezza di Imola (courtesy Mercatone Uno)

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Cernusco sul Naviglio è conosciuta dagli appassionati di calcio italiani come “il paese dei liberi”. Nella cittadina in provincia di Milano, 34mila abitanti sulle rive del naviglio della Martesana, sono nati tre dei più famosi rappresentanti di un ruolo ormai in via di estinzione: Gaetano Scirea, Italo Galbiati e Roberto Tricella. Elenco aggiornato da un terzino sinistro: Cristiano Biraghi, autore del gol vittoria dell’Italia in Polonia in Nations League. Ma non basta ancora per modificare l’etichetta del “paese dei liberi”. In Inghilterra c’è una cittadina che può essere definita “il paese dei Campioni del Mondo”. Asthon-under-Lyne, 45mila abitanti nella contea della Grande Manchester, ha dato i natali a tre calciatori capaci di conquistare il trofeo più importante per un calciatore. Ma non sono tutti inglesi. Uno è italiano: Simone Perrotta, nato ad Ashton perché i suoi genitori si erano trasferiti in Inghilterra per lavoro e gestivano un pub in città.

Per celebrare questa alta densità di calciatori iridati il Municipio ha deciso di dedicare una statua al terzetto. Così dal 2010 Perrotta è raffigurato in un tridente in bronzo insieme a Jimmy Armfield e Geoffrey Hurst, campioni del Mondo nel 1966. Armfield, difensore, scomparso all’inizio del 2018, non ha giocato nemmeno un minuto nel mondiale casalingo dell’Inghilterra, ma ovviamente ha avuto la medaglia più ambita come tutti i 22 convocati. Hurst, 76 anni, invece ha lasciato un segno indelebile su quella competizione realizzando una tripletta nella finale vinta per 4-2 sulla Germania. È l’unico calciatore ad aver segnato tre gol in una finale mondiale. Ed è rimasta celebre la sua seconda rete: uno dei gol fantasma più famosi di sempre con la palla rimbalzata sotto la traversa interna e probabilmente non entrata del tutto. La traversa è diventata oggetto di culto ed è conservata nel museo di Wembley.

Ashton-under-Lyne ha voluto raffigurare anche Perrotta insieme ai due eroi inglesi. L’ex giocatore di Roma, Juventus e Chievo se lo merita grazie al suo percorso a Germania 2006, torneo nel quale ha giocato tutte le partite da titolare. Un doppio onore.

Non capita spesso a un calciatore di avere una statua dedicata, a maggior ragione a pochi anni dal termine della carriera agonistica (ultima partita nel 2013 con la maglia giallorossa). Ancora più raro in un Paese diverso da quello per il quale si è vinto. E’ successo a Diego Armando Maradona che ha partecipato all’inaugurazione di una statua in suo onore a Calcutta in India. Un’opera che ha subito scatenato reazioni divertite perché molti osservatori ritengono che il volto scolpito assomigli poco al Pibe de Oro (raffigurato con la Coppa del Mondo di Messico 1986 tra le mani).

Più nutrita invece la galleria delle effigi dedicate agli “enfant du pays”. Il caso più vistoso è quello di Cristiano Ronaldo a Funchal. La sua città natale, nell’arcipelago di Madeira, ha trasformato la venerazione di CR7 in uno dei principali motivi di attrazione. La statua è solo la piccola parte di un percorso che prevede anche un museo personalizzato. Senza dimenticare l’aeroporto dedicato al fuoriclasse portoghese.

Molto attenta la Svezia che ricorda due delle sue glorie principali con altrettante statue: Gunnar Gren a Goteborg e Lennart Skoglund a Stoccolma. C’è un tridente di marmo a Old Trafford in omaggio al grande trio che trascinò il Manchester United alla conquista della Coppa Campioni: Bobby Charlton, George Best e Denis Law, soprannominati la “Santa Trinità”. D'altronde in Gran Bretagna, nella patria del calcio, questo è un genere molto diffuso.

Più dissacrante la creazione dell’artista algerino Adel Adbessemed che ha immortalato nel suo “Coup de tete” la famosissima testata di Zidane a Materazzi nella finale mondiale di Germania 2006. L’opera alta cinque metri, in un primo tempo esposta davanti al Centre Pompidou a Parigi, è stata acquistata dall’autorità dei musei del Qatar che ha deciso di collocarla in riva al mare del Golfo lungo la Corniche di Doha nell’ambito della marcia di avvicinamento ai Mondiali del 2022. Non sono mancata le polemiche perché la statua immortala un gesto non certo all’insegna del fair-play. E infatti collocata sul lungomare il 4 ottobre 2013, è stata rimossa il 30 ottobre successivo e destinata al Museo di arte araba moderna di Doha.

Allargando lo sguardo al di là del calcio, il quadro diventa ancora più vasto. Quattro anni fa Barletta ha ricordato Pietro Mennea con l’inaugurazione di una statua nel centro della città pugliese. L’idea più originale è quella della biglia di Pantani lungo l’A14 all’altezza di Imola davanti alla sede della Mercatone Uno, la squadra dei trionfi del Pirata: l’ex fuoriclasse in maglia rosa sui pedali riprodotto all’interno di una grande biglia, di quelle usata una volta per giocare sulla sabbia. Un’immagine ormai diventata sfondo abituale a ogni passaggio lungo l’autostrada che porta verso l’Adriatico.

Poche decine di chilometri più in là, Cesenatico è densa di ricordi del grande campione romagnolo. Vicino alla Stazione sorge il Museo Pantani che conserva tanti cimeli della carriera del corridore capace di vincere Giro e Tour nello stesso anno: biciclette, medaglie, foto. Ma anche i quadri dipinti da Pantani. Molto belli, spesso raffiguranti il sole, con tanta luce.

In questi luoghi il ricordo del grande atleta di casa acquista una grande importanza. Come succede a Novi Ligure dove il Museo dei Campionissimi è un tributo al ciclismo partendo dalle storie di Fausto Coppi e Costante Girardengo. Il primo cresciuto a poco distante, a Castellania. Il secondo nato proprio a Novi Ligure.

Fino ad arrivare a scoperte davvero curiose. Pizzoferrato, piccolo paese di montagna, mille abitanti in provincia di Chieti, non ha dimenticato uno dei suoi figli più illustri: Bruno Sammartino, diventato famoso come wrestler negli Stati Uniti, attività che lo ha fatto diventare amico di personaggi famosi come Arnold Schwarzenegger. Ad agosto 2017 è stata eretta una statua in onore del lottatore entrato nella hall of fame del wrestling.

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