Rimini Rimini... È senza tempo la Las Vegas italiana

Dal Kursaal dell’800 al Grand Hotel dei primi del ‘900, immortalato da Fellini, fino agli scintillanti anni Ottanta ritratti da Tondelli, la Riviera è stata patria di feste e cultura
August 14, 2025
Rimini Rimini... È senza tempo la Las Vegas italiana
Davide Piras / Alamy Stock Photo | Fuochi d'artificio a Rimini
Dal promontorio di Gabicce, al calare del buio la Riviera romagnola appare come un ininterrotto nastro luminoso, confine illusorio e pulsante fra terra e mare. O come il bordo luccicante di strass di un vestito da sera, per usare un’immagine suggestiva di Pier Vittorio Tondelli che negli anni Ottanta è stato un suo ispirato cantore. Era il decennio in cui la Riviera raggiungeva il massimo grado di frenesia festaiola e nei weekend vi si riversavano da tutta la penisola giovani in cerca di sballo ed emozioni forti, fra vita notturna intorno alle discoteche di grido e dormite diurne in spiaggia. Ferragosto era l’apice della carnevalata estiva, Rimini il suo epicentro, e lo stesso Tondelli intitolava così il proprio romanzo pubblicato giusto quarant’anni fa, in cui un giornalista si cala in quella “palude bollente” per ritrarla attraverso una galleria di storie e personaggi. Attratto com’era da ogni forma di aggregazione giovanile, lo scrittore allora trentenne non poteva che restare affascinato da quella manifestazione di ebbrezza collettiva, e gli piaceva rappresentare il centinaio di chilometri che va da Gabicce a Comacchio come la Las Vegas italiana. Ma per quanto eclatante e memorabile, quella stagione è stata solo una delle tante vissute dalla Riviera romagnola nella sua lunga storia.
La prima risale al lontano luglio 1843, quando tre ragazzi inaugurano a Rimini un pionieristico “stabilimento privilegiato dei bagni di mare”, niente più che alcuni camerini su una palafitta, collegata alla spiaggia da una passerella di legno, coi clienti che si calano in acqua a scopo terapeutico, per prudenza assicurati a una fune. Trent’anni dopo è già stato compiuto un passo da gigante, perché al suo posto seguendo una moda europea sorge il primo Kursaal, teatro di intrattenimenti mondani, balli e spettacoli.
La festa è cominciata, ma la vita balneare è ancora ai primordi. Si viene soprattutto per ragioni mediche, per l’aria di mare come dispensatrice di salute. Dopo brevi immersioni ci si asciuga e friziona energicamente per favorire la traspirazione e la salubre “reazione”, trattamento che molte madri propineranno ai bimbi fino agli anni ‘60 del secolo successivo. Non c’è ancora un lungomare. La spiaggia è l’ultima propaggine della campagna, inospitale lembo di deserto fra terra e acqua, senza ripari né ombra. E un’altra stagione importante, in avvio del nuovo secolo, si apre proprio con l’edificazione. Sorgono ville e villini, e possiamo vederne un modello intatto nella “Casa rossa”, fatta costruire dallo scrittore Alfredo Panzini a Bellaria, che ora ospita un piccolo museo a lui dedicato. Seguono gli alberghi fra cui il più famoso è il Grand Hotel di Rimini, inaugurato nel 1908, che Fellini vorrà come sfondo ricorrente del suo Amarcord. In spiaggia compaiono i capanni disposti in file parallele al mare e la distesa di tende a vela, ombrelloni e sdraio, tutto a colori vivaci per rimarcare il carattere di festa, di eccezionalità, con festoni, bandiere e bandierine assimilate dal circo. Prendono forma anche nuovi valori, quali il dovere del divertimento come movente della villeggiatura, l’abbronzatura promossa a maschera di bellezza, il piacere della vita di spiaggia e del nuoto. Per questo nemmeno i costumi da bagno possono restare gli stessi, negli anni ‘20 a ogni estate perdono qualche pezzo ispirando nuovi modelli di libertà ed emancipazione. Nello stesso periodo prende il via l’esperienza delle colonie marine, che legherà per sempre generazioni di italiani alla Riviera e vi introduce architetture strabilianti. Sono più che mai delle apparizioni oggi la colonia Agip di Cesenatico, realizzata fra il 1937 e il 1938 come soggiorno marino per figli dei dipendenti, un blocco vetrato che per un gioco di trasparenze a momenti pare quasi librarsi in aria. Come quella costruita poco prima a Cattolica, denominata “Le Navi” perché ha la forma affascinante di una flottiglia di imbarcazioni, purtroppo oggi mutilata.
Ci sono già i principali elementi per far sbocciare la stagione aurea della Riviera, che nel secondo dopoguerra si avvia sulla spinta del miracolo economico a diventare spiaggia d’Europa per milioni di persone, e a rivestire in pieno la propria immagine più tipica e iconica. Distese infinite di ombrelloni e spiagge brulicanti di gente che si ammassa senza distinzione di sesso, età o estrazione sociale. Il cielo tagliato dai grattacieli costruiti a Milano Marittima, Cesenatico e Rimini e solcato dagli aeroplanini che trainano striscioni pubblicitari. Pensioni e alberghi che proliferano ma stentano a far fronte alla domanda, tanto che si arriva a inventare posti letto perfino infilando materassi nelle vasche da bagno. Locali per ogni età e gusto, e fra i più estrosi il “Peccato veniale”, aperto nel ‘67 a Cesenatico e battezzato “il tempio del jazz”, che vede il passaggio di Dario Fo, Walter Chiari, Enzo Iannacci e del miglior cabaret italiano di quel periodo, in cui la Riviera è anche laboratorio culturale capace di creare e prefigurare tendenze, mode e modi di essere poi diventati di uso comune.
Ci riaffacciamo così sugli anni ‘80 raccontati da Tondelli, chiusi da un evento eccezionale e infausto: la mucillagine che soffoca il litorale adriatico e come un mostro marino mette in fuga i villeggianti, aprendo una crisi che si teme irreversibile. Ma così non è stato. Un po’ alla volta il mare ha ripreso a respirare, sono ricomparsi i granchi a riva e i branchi di pesciolini guizzanti, e la Riviera è ripartita facendo leva sulla propria virtù più spiccata. I gestori di alberghi, pensioni e stabilimenti sanno di non poter offrire le scenografie di altre località marine, e perciò hanno sviluppato una capacità speciale di accoglienza, di accudimento. Si prodigano per creare un clima familiare, fondato su riconoscimento e fedeltà reciproca. Riservano al villeggiante un trattamento che come rapporto qualità-prezzo non teme confronti. Hanno la massima cura della sabbia preziosa e ogni mattina la spiaggia viene pettinata e curata come un giardino.
Certo molte cose sono cambiate. Il grosso del turismo straniero ha preso altre rotte e i periodi di soggiorno di chi continua a venire si abbreviano sempre più. Il pienone c’è solo nei weekend o in pieno agosto, mentre nei giorni feriali file intere di ombrelloni restano chiuse. Per compensare, molti stabilimenti hanno aperto ristoranti che richiamano gente dall’immediato entroterra. Altra viene coinvolta con iniziative culturali e in spiaggia si tengono presentazioni di libri, spettacoli, concerti all’alba. Se i negozi tradizionali faticano si moltiplicano i mercatini. L’invenzione della “Notte rosa” ha creato un evento clou in cui la Riviera si trasforma in un’unica grande festa.
Chi l’ha frequentata per lungo tempo continua però a incontrarvi presenze e momenti che hanno attraversato indenni ogni mutamento. Il lavorio perpetuo dei piccoli armati di paletta e secchiello intorno alle buche e ai castelli di sabbia sulla riva e l’annuncio dell’altoparlante: «È stato ritrovato un bambino che risponde al nome di Marco, ha un costumino blu e aspetta i genitori al Bagno Italia». La sagoma del bagnino sul suo moscone rosso di salvataggio a presidio della linea invisibile dove l’acqua diventa profonda, e più al largo la motonave che ogni mattina fa la spola lungo la costa per proporre un’uscita in mare aperto alla ricerca dei delfini. Il traffico serale delle auto sul lungomare rallentato dalle famiglie che pedalano sui risciò, e il liscio che si balla con fervore la sera nei giardini di alberghi e pensioni.
La Riviera romagnola non smette mai di trasmettere emozioni e risvegliare memorie, e intanto continua ad apparire come un luogo senza tempo. La sua immagine è inconfondibile e riconoscibile da chiunque, ma la formula della sua eterna giovinezza non è stata ancora scoperta.

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