Predappio: scoperta una Villa romana del V secolo
Gli scavi portano alla luce un palatium legato alla corte imperiale di Ravenna al tempo di Galla Placidia e Valentiniano III. Si tratta di un unicum in Italia

«Non esistono finora ritrovamenti così ampi di simili strutture del V secolo, legate in particolare alla corte imperiale di Ravenna, guidata da Galla Placidia e dal figlio e imperatore Valentiniano III (425-455), in un’epoca di grande splendore artistico e culturale per la capitale dei mosaici e delle basiliche bizantine». Lo sostiene il professor Riccardo Villicich, docente di metodologia della ricerca archeologica all’università di Parma e direttore degli scavi di Fiumana, in Comune di Predappio, sulle prime colline dell’Appennino romagnolo alle porte di Forlì e a circa 30 chilometri da Ravenna.

Al termine della quarta campagna di scavi per 45 giorni e con 30 studenti universitari e liceali dell’Emilia Romagna, Villicich traccia un sintetico, ma entusiasmante bilancio provvisorio: «Abbiamo già scoperto le grandi terme del V secolo (ma sotto ne esistono altre tre di differenti epoche, alcune con pavimento a mosaico), che sono lunghe oltre 120 metri, al servizio di una Villa tardo-romana o Palatium. Inoltre, a distanza di centinaia di metri abbiamo individuato una struttura con pianta a quadrifoglio di circa 3mila metri quadrati, denominata "Quadrifoglio di Pietra", che sarà oggetto della campagna di scavi del 2026».
L’archeologo non vorrebbe sbilanciarsi sulla funzione originale di questa immensa costruzione, che non è la parte residenziale del Palatium, già individuata dalla parte opposta e a centinaia di metri di distanza e ancora da scoprire, ma tenta un’ipotesi: «Ancora non lo sappiamo, ma, anche se l’ipotesi è molto azzardata, potrebbe essere il Mausoleo della Villa, simile a quello di Galla Placidia per Ravenna».

La grandezza, la maestosità e l’estensione della costruzione (circa 3 ettari) fa ipotizzare che fosse la residenza estiva di un eminente personaggio della corte imperiale ravennate o addirittura dello stesso imperatore Valentiniano III (di cui sono state rinvenute 30 monete scavando) oppure di un funzionario imperiale della vicina Forum Livii (l’attuale Forlì).
«Di sicuro – afferma Villicich – si tratta della scoperta di un unicum in Italia di questo tipo nel V secolo». Mentre gli archeologi pianificano per i prossimi anni altre campagne di scavi nel Quadrifoglio di Pietra, nella parte residenziale della Villa e nei padiglioni non ancora localizzati, il Comune di Predappio, la Soprintendenza di Ravenna e il Ministero della Cultura stanno progettando l’acquisto dei terreni privati del sito, la ricerca dei fondi, l’apertura di una zona museale per rendere il tutto visitabile e fruibile alle visite del pubblico, molto interessato alle scoperte, come ha dimostrato una visita guidata dall’archeologo Villicich il primo giorno di agosto, quando sono accorsi centinaia di visitatori attirati dal fascino delle meraviglie che affiorano ancora attorno a Ravenna imperiale, conosciuta in tutto il mondo per i suoi monumenti paleocristiani e bizantini patrimonio mondiale dell’Unesco.

Nella vicina Galeata (municipio romano di Mevaniola) è stata ritrovata la cosiddetta Villa di Teodorico del VI secolo, il re degli Ostrogoti che da Ravenna andava a villeggiare o a caccia in quella grande residenza simile al Palatium di Fiumana. Sulla collina di Galeata nello stesso periodo Sant’Ellero costruiva uno dei primi monasteri d’Occidente, entrando in contrasto col re ostrogoto che da Ravenna governò il regno d’Italia dal 493 al 525, perché diffondeva il cristianesimo in tutto l’Appennino circostante, come dimostrano anche i reperti archeologici dell’epoca raccolti nel Museo Monsignor Mambrini di Galeata nel convento di Pianetto. A questo proposito la sottosegretaria alla cultura Lucia Bergonzoni e le deputate romagnole Alice Bonguerrieri e Rosaria Tassinari stanno seguendo gli sviluppi scientifici, storici e turistici del sito archeologico e il ministro della cultura Alessandro Giuli «dovrebbe visitare gli scavi appena possibile».
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