Memoria, famiglia, impegno: le poesia inedite di Seamus Heaney
Esce in Irlanda la raccolta completa dei versi del premio Nobel 1995, che presenta anche alcuni inediti

Nel 1988, in un’intervista all’amico e bibliografo Rand Brandes, Seamus Heaney spiegò quello che cercava davvero nella poesia, parlando della «fondatezza di un sentimento saggio che diventa eternamente postumo in una perfetta cadenza». L’immagine è una delle più rivelatrici – e probabilmente una delle più durature – del modo in cui il grande poeta irlandese concepiva il proprio mestiere: la poesia come suono destinato a superare il tempo, ma anche radicato nella vita reale, nella materia concreta che lui lavorava con la stessa meticolosità con cui un artigiano lavora la pietra o il legno. Questo doppio movimento – slancio metafisico e radicamento quotidiano – è il cuore pulsante di The Poems of Seamus Heaney (Farrar, Straus & Giroux, pagine 1232, euro 55,99), il monumentale volume appena pubblicato in lingua inglese con la curatela di Rosie Lavan, Bernard O’Donoghue e Matthew Hollis: un libro che raccoglie tutte le poesie che Heaney scelse di dare alle stampe in forma definitiva nel corso della sua vita, dai primi lavori giovanili pubblicati nelle riviste studentesche della Queen’s University di Belfast nel 1959 fino ai testi ultimati nelle settimane che precedettero la sua morte, nel 2013. In totale circa 550 poesie, distribuite in dodici raccolte e una galassia di testi apparsi originariamente su riviste e quotidiani, oltre a venticinque inediti finora custoditi negli archivi della National Library of Ireland, a Dublino.
Questo volume offre per la prima volta una visione complessiva dei “livelli archeologici” della sua opera: da Death of a Naturalist alla visionaria Station Island (1984), dalle parabole di The Haw Lantern alle meditazioni estreme di Human Chain, in cui affrontò anche la fragilità della malattia e dell’età. La parabola poetica di Heaney è inseparabile dalla sua biografia e dai drammi storici del suo tempo. Nato nel 1939 in una fattoria della contea di Derry, figlio di un piccolo proprietario che lavorava la terra e commerciava in bestiame, Heaney dedicò gran parte della sua straordinaria produzione poetica alle proprie radici familiari e alla riscoperta del legame ancestrale con la propria terra. Negli anni successivi, in particolare con il precipitare del conflitto anglo-irlandese, la sua scrittura assunse una valenza più apertamente politica. Talmente fiero della propria irlandesità al punto da rifiutare di essere inserito nel Penguin Book of Contemporary British Poetry, Heaney trasformò il paesaggio della torba, degli scavi archeologici e dei miti nordici in una grammatica per raccontare la violenza e il dolore del presente. Le prime quattro raccolte - osserva uno dei curatori, Matthew Hollis - formano quasi un “progetto comune”, incentrato proprio su questa metafora della terra come archivio di conflitti e memorie.
Successivamente, con il trasferimento nel 1972 dal Nord alla Repubblica d’Irlanda e con il passaggio dal lavoro accademico a quello di scrittore a tempo pieno, Heaney inaugurò un periodo più intimo, domestico: un ciclo dedicato alla famiglia, alla paternità, ai gesti quotidiani che diventano figure rivelatrici della condizione umana. È in questo contesto che nasce uno degli inediti contenuti in questo volume, Chair, Pocket Knife, Guitar, l’epitalamio scritto nel 2004 per il matrimonio del figlio Christopher: tre oggetti che ripercorrono altrettante fasi della crescita del bambino e che diventano, nella loro semplicità, simboli di una relazione fatta di presenze condivise. Negli ultimi decenni, infine, Heaney allargò il proprio sguardo al mondo: Afghanistan, Kosovo, Iraq, gli attentati dell’11 settembre entrarono nei suoi versi con una chiarezza che non rinunciava all’empatia.
Il tema più controverso di questo volume che raccoglie per la prima volta l’intera opera del poeta premio Nobel nel 1995 è quello dei testi inediti. La moglie Marie e i figli Michael, Christopher e Catherine si sono posti una domanda inevitabile: se un autore non pubblica una poesia in vita, è giusto che lo facciano altri dopo la sua morte? Heaney aveva depositato i suoi materiali negli archivi della National Library of Ireland senza dare indicazione di volerli tenere privati e alcuni dei testi erano stati rielaborati in più versioni, segno che lui stesso li aveva considerati almeno potenzialmente destinati alla pubblicazione. Alla fine, d’intesa con i curatori, hanno scelto venticinque poesie inedite che attraversano tutto l’arco della sua vita e si accordano con i temi delle sue poesie più celebri: la famiglia, la dedizione artistica, la lingua e l’impegno civile. Dalla giovanile Mirror alle ultime Black Walnuts e Those Winter Evenings, dai ritratti familiari di In a Yard e The Cassette al lutto evocato in Grief in North Antrim, una poesia composta nel 1982 che Heaney stesso definì – in una lettera all’amico poeta Ted Hughes - «un piccolo svolazzare sopra uno strano incidente di cui ho sentito parlare nell’Antrim, dove un singolo fiotto di gas dell’insilato uccise un uomo che era salito per ispezionarlo».
Tra le opere dimenticate spicca Lint Water, una poesia che usa l’avvelenamento dell’acqua dei fiumi da parte dell’industria nordirlandese del lino come metafora del settarismo che inquinava la sua terra natale. Un testo così potente che viene da chiedersi perché Heaney lo abbia escluso dalle sue raccolte. Probabilmente, osservano i curatori, la severità delle sue immagini avrebbe duplicato l’effetto centrale di Death of a Naturalist; o forse la sua voce troppo sonora avrebbe turbato l’equilibrio complessivo del libro. Ma sono proprio queste assenze a rivelare quanto fosse scrupoloso “l’artigiano” Heaney consapevole che, per arrivare alla «perfetta cadenza», serviva non solo aggiungere, ma anche togliere.
Oltre alle poesie, il volume contiene circa cinquecento pagine di note redatte con una cura quasi filologica. È un apparato che può spaventare ma permette di seguire i movimenti interni del poeta, le varianti, le idee scartate, attraverso le quali è possibile capire come Heaney tornasse più volte sugli stessi materiali, affinando la forma fino a raggiungere un equilibrio che appare naturale solo a posterità compiuta. La sua poesia era frutto di un lavoro continuo, paziente, quasi rituale e questo volume raccoglie l’intero arco evolutivo della sua voce straordinaria: la tensione tra radici e cosmopolitismo, tra memoria e responsabilità pubblica, tra mito personale e storia collettiva. Delineando il ritratto definitivo di un maestro che parlava della poesia come di un «sentimento saggio che si fa eternamente postumo».
L'inedito
Chair, Pocket Knife, Guitar
The slatted folding chair you sat upon,
The scantlings and ad hoc stuff of that playroom
You screened out as you just rocked on and on
In perfect time before the television,
To-day let all that tick-tock bric-a-brac
Come like a drumstick stick-man rolling home.
The one-blade pocket knife you coveted
In a shop window that first evening in France
And I bought then on the spot in thanksgiving
For us just being there: although it’s lost
I stand like a glad Macbeth faced with its ghost
Handle towards my hand, saying, ‘Thank, thank God’
The guitar you got the day you started school
And were photographed with, up on the picnic table,
Play it again to-day, fierce Andalucian
Serenades and country wedding songs,
Then hang it on the wall, your true love’s token,
Last thing before she sleeps, first when you waken.
Seamus Heaney
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