L'urbanista Cortina: «Da sapiens a cyborg: è il transumanesimo»

Albert Cortina evidenzia i legami tra iper-tecnologia ed ecologismo, all’apparenza opposti: «Saremo ridotti a ibridi postumani così intelligenti da non incidere negativamente sulla Terra»
July 28, 2025
L'urbanista Cortina: «Da sapiens a cyborg: è il transumanesimo»
- | Albert Cortina
Non è semplicemente questione di robotica che prospetta un mondo dove a lavorare sono solo le macchine e all’essere umano non resta che goderne i frutti. Né è solamente la riedizione aggiornata dell’aspirazione prometeico-narcisistica all’onnipotenza, da Babilonia al superuomo nicciano. Il transumanismo segna un passaggio problematico, in certo modo assimilabile a quello della rivoluzione industriale ottocentesca, quando si diffusero le grandi fabbriche e generarono ricchezza da un lato e dall’altro le masse proletarie e le grandi crisi sociali. Allora il problema fu affrontato dalla Chiesa con la Rereum novarum di Leone XIII. Oggi si pone la domanda, se le tendenze transumaniste siano conciliabili con la dottrina cristiana. La Conferenza episcopale spagnola, come prima risposta ha pubblicato il volume Una mirada cristiana al transhumanismo, curato da monsignor Rafael Vázquez Jiménez, direttore della segretariato della Commissione episcopale per la dottrina della fede (Edice, pagine 224, euro 18,00). Raccoglie le relazioni svolte da alcuni specialisti durante un recente incontro con vescovi e teologi spagnoli. Ne parliamo con Albert Cortina, urbanista e giurista, tra i più importanti studiosi di transumanesimo. «Il tema – riferisce Cortina – è introdotto da Leandro Martín Gaitán, dell’Università di Navarra, che spiega origine e sviluppi del pensiero transumanista nei suoi principali filoni – intelligenza artificiale e genetica – e nelle diverse tendenze: anarco-tecnologica, progressista-democratica, ecologista. Federico de Montalvo, già presidente del comitato bioetico spagnolo, ha indicato come sul piano giuridico si possa tener dietro alla rapidità dei rivolgimenti tecnologici: propone che si legiferi sui principi lasciando ai singoli giudici l’interpretazione puntuale, per superare l’eccessiva regolamentazione vigente in Europa. Sara Lumbreras, della pontificia Università di Comillas, indaga il rapporto tra intelligenza artificiale e corpo, ponendo il problema se da questo possa nascere un nuovo essere umano. Ricardo Mejilla Fernandes, teologo, stante la sintonia esistente tra transumanismo e visione materialista chiede come si possa dialogare con questa linea di pensiero. Il prologo del volume, di monsignor Francisco Conesa, presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, come anche la prefazione di monsignor Rafael Vázquez, si riferiscono al problema generale: nella cultura diffusa non si parla tanto di transumanesimo, ma le sue istanze sono diffuse, a partire dalla ribellione oggi pervasiva di fronte al mistero della sofferenza e della morte. Da cui consegue l’ambizione di superarle tramite la tecnologia. Poiché la società ha perso la visione del Creatore, si rifugia nell’ambizione di trascendere i difetti umani con la tecnologia. La risposta cristiana ovviamente è rimettere Cristo al centro: siamo simili a Dio, ma rispettiamo la nostra condizione di figli».
Come mai proprio ora emerge questa discussione?
«La cultura transumanista incide sulla visione spirituale: sul concetto di creatura, sulla visione della vita e sul suo senso. Avanza l’eugenetica, progredisce l’intelligenza artificiale e crescono i problemi che ne derivano. Di qui l’urgenza che la dottrina sociale della Chiesa si pronunci. C’è chi comprende come queste tendenze avanzano sulla strada di un capitalismo che distende il proprio potere in tutti gli ambiti sociali e culturali a livello globale – su queste tematiche si articola il mio intervento. Sappiamo cos’è l’umanesimo integrale. Il transumanesimo integrale vi si contrappone: suppone l’assenza della visione spirituale dell’essere umano».
Sempre c’è stato qualcuno che ha creduto di poter superare i limiti umani: ma questa è a sua volta una fede...
«Lo gnosticismo è sempre esistito: la convinzione di conoscere tutto il mistero della vita. La scienza come alternativa alla fede. Oggi i pronipoti degli Illuministi aggiungono, al desiderio di arrivare alla conoscenza totale, l’ambizione di eliminare l’invecchiamento e la morte. Magari trasferendoci nella memoria online: una trascendenza immanente. Sono tanti a crederci e a investire in questo. Alcuni ceo di grandi multinazionali sono convinti di poter raggiungere un potere globale. Altri sono convinti di poter modificare l’essere umano, controllandolo sin dalla fecondazione: si preconizzano strumenti che, se fossero stati disponibili alle dittature del XX secolo, avrebbero consentito di trasformare i popoli in insiemi di robot. Oggi questa visione preconizza un’umanità ridotta di numero ma immortale, in un paradiso terrestre tecnologizzato. Ovviamente sotto il dominio dell’intelligenza artificiale: il cibertotalitarismo».
L’ideologia oggi più diffusa è di stampo ecologico. Ma allo stesso tempo si auspicano manipolazioni dell’essere umano, per esempio coi cambi di sesso. Una tendenza inquadrabile nel transumanesimo?
«James Lovelock, uno dei padri dell’ecologismo contemporaneo, nel suo ultimo libro annuncia l’avvento del Novacene. Nel precedente Antropocene tutti i disastri sulla terra erano ritenuti causati dall’essere umano, visto come un parassita. Nel Novacene si preconizza che l’intelligenza artificiale troverà un nuovo equilibrio con la natura: superando noi umani e decidendo per nostro conto, visto che noi siamo incapaci di salvare il pianeta. Il transumanesimo risolverà il problema ibridandoci in una condizione postumana tanto intelligente da non incidere negativamente su Gaia, la terra viva. Solo che nel Novacene l’essere umano che oggi conosciamo sarà espulso: solo pochi ibridati sopravviveranno. Non saranno più sapiens sapiens, ma i nuovi cyborg. L’ecologismo e il transumanesimo sarebbero due movimenti contrapposti ma trovano un punto di contatto in questa ideologia che vede la tecnologia superare l’uomo per recuperare l’equilibrio ecologico. Un particolare non secondario: la gente povera e obsoleta sarà emarginata e ridotta di numero. Perché quel che propose papa Francesco, uno stile di vita più austero e rispettoso, non funziona».
Un futuro inevitabile?
«Una distopia che si è radicata più di quel che non si crede in tutto quanto è avverso al concetto di dignità umana nella cultura contemporanea. Il problema ovviamente non è contrastare la tecnologia, ma ricondurla al suo stato di strumento per migliorare la vita umana, Non di profezia di una nuova era postumana».

© RIPRODUZIONE RISERVATA