L'antica Pompei rivive al Museo Archeologico
All'interno del Museo Mann del capoluogo partenopeo ricostruiti gli ambienti e il vissuto delle antiche case pompeiane attraverso bronzi, marmi, terrecotte e affreschi
Sempre più frequentemente i manufatti archeologici e artistici vengono esposti nei musei nel contesto di una scientifica ricostruzione degli spazi abitati e non in cui sono stati rinvenuti. L’obiettivo è recuperare l’ambiente di cui hanno fatto parte, ponendo al centro la vita e la storia dell’uomo. Nell’ambito di questa rinnovata prospettiva museografica l’antica Pompei appare una risorsa straordinaria, consentendo di entrare, nel corso degli studi e degli scavi, nel vissuto e persino nell’intimità di quanti l’abitarono e furono colti dall’immane tragedia, e di compiere conseguentemente una attendibile ricostruzione della vita così come si svolgeva e persino di inventariare gli oggetti in uso ordinario e straordinario presso le diverse classi sociali.
Una interessante iniziativa promossa dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli è l’allestimento a partire dal luglio 2025 nelle sale del secondo piano, con materiali provenienti in gran parte dai depositi del museo e all’uopo restaurati, di ambienti in cui sono esibiti gli arredi di una casa pompeiana. Il progetto, curato da Massimo Osanna, Andrea Milanese e Ruggiero Ferrajoli, con la collaborazione di Luana Toniolo, invita in pratica ad entrare nel cuore delle abitazioni per riscoprirne il gusto, le abitudini e l’universo simbolico.
Una interessante iniziativa promossa dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli è l’allestimento a partire dal luglio 2025 nelle sale del secondo piano, con materiali provenienti in gran parte dai depositi del museo e all’uopo restaurati, di ambienti in cui sono esibiti gli arredi di una casa pompeiana. Il progetto, curato da Massimo Osanna, Andrea Milanese e Ruggiero Ferrajoli, con la collaborazione di Luana Toniolo, invita in pratica ad entrare nel cuore delle abitazioni per riscoprirne il gusto, le abitudini e l’universo simbolico.
Attraverso bronzi, marmi, terrecotte e affreschi, il visitatore è guidato lungo un itinerario che restituisce in definitiva identità, aspirazioni, stili di vita, più che qualità e scuole artistiche. “Con questo nuovo allestimento- ha commentato Massimo Osanna, Direttore generale dei Musei - desideriamo restituire centralità al racconto dell’abitare antico…È un percorso che unisce ricerca, tutela e valorizzazione, per rendere il museo sempre più un luogo vivo, capace di accogliere e coinvolgere”. Sicché la miriade di lanterne esposte, ad esempio, non sono solo articoli della usuale illuminazione, ma oggetti di una storia quotidiana, collocati con cura da giovani domestici, magari sotto la guida della domina di casa, entro spazi riservati e familiari: un modo nuovo non solo di avvicinarci all’antico ma anche di cogliere nella concretezza di una vita così verosimilmente immaginata e ricostruita quel senso della storia che troppo spesso ci appare una astratta teoria di vicende passate e che invece ci appartengono, traslate nel tempo, più di quanto si possa immaginare.
Ogni elemento esposto guida il visitatore alla scoperta altresì delle funzioni dell’abitare, attraverso il mobilio (sedute, sgabelli, panche, tavoli, monopodi), le suppellettili (bracieri, lucerne, scaldavivande, candelabri, tazze), gli apparati prettamente decorativi (sculture, oscilla, affreschi), gli esempi di arte parietale e in particolare di quella dei giardini in cui si rappresentavano il cespuglio e la siepe con meravigliosa freschezza, inserendo tra il fogliame uccelli e fontane. Sicché tecnica, artigianato e arte si fondono in un dialogo che, come è noto, ha condizionato il gusto europeo tra XVIII e XIX secolo. Una sala, quella dei Grifi, nel mezzo del percorso, ne è testimonianza, riguardando mobili, oggetti e documenti ottocenteschi che furono influenzati stilisticamente dall’arte decorativa pompeiana. Tra di essi la copia di uno splendido Narciso di Vincenzo Gemito.
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