sabato 10 febbraio 2024
Scienziati, teologi, medici, filosofi all'assemblea della Pav per capire come mettere in salvo l'umano di fronte al dilagare della tecnoscienza. Previsti anche udienza del Papa e musiche di Messiaen
L'immagine scelta dalla Pontificia Accademia per la Vita per la sua assemblea plenaria in Vaticano

L'immagine scelta dalla Pontificia Accademia per la Vita per la sua assemblea plenaria in Vaticano - www.academyforlife.va

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Da lunedì 12 febbraio e per due giorni i lavori della plenaria della Pontificia Accademia per la Vita saranno dedicati alla “questione antropologica”. Dopo le ultime assemblee sui temi della roboetica, dell’Intelligenza artificiale, del ruolo delle tecnologie nei riguardi della vita umana, si torna a riflettere su cosa significhi “umano” in questo contesto. Anzi, come dice Papa Francesco (che in apertura di assemblea riceve in udienza gli Accademici), in questo «cambiamento d’epoca».
Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, nota che «ci troviamo di fronte a ricerche scientifiche che sembrano mettere in questione le caratteristiche originali dell’essere umano: e quindi i fini che orientano il suo agire a riguardo di sé stesso». Inoltre «sono anche molto serie le domande che riguardano la governance delle ricerche e della diffusione sicura dei dispositivi bio-tecnologici. Ma, per disegnare politiche e proporre interventi giuridici che orientino efficacemente una ricerca sempre più rapida e una produzione che rincorre spazi sempre più ampi di mercato, non è possibile fare a meno di comprenderne le caratteristiche fondamentali e gli effetti complessivi».
Per affrontare adeguatamente le sfide occorre comprenderle, e serve un autentico dialogo inter e trans-disciplinare tra saperi diversi. Come viene messo in campo in questa due-giorni mondiale i n Vaticano, dove la trasformazione tecnologica verrà affrontata nel dialogo tra teologi, umanisti, scienziati, economisti. Teniamo a mettere in campo – spiega ancora Paglia – «un affinamento teorico più adeguato e propositivo dell’esperienza condivisa dell’umano (comune), che parta da una opportuna valorizzazione della “coscienza”, di cui occorre anzitutto garantire le condizioni di esercizio che sono fortemente minacciate dalla continua accelerazione della vita sociale e dell’innovazione tecnica».
Al termine dei lavori, martedì,la biblista Anne-Marie Pellettier, rilegge il percorso svolto alla luce della Bibbia. E la domanda del Salmista – «che cosa è l’uomo?» – risuonerà anche al centro di un evento musicale che è parte integrante dei lavori. Martedì sera alle 21, la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Roma (via delle Fornaci 30) diventa spazio di riflessione in musica aperto al pubblico e gratuito. Monsignor Pierangelo Sequeri, teologo e musicologo, introduce l’esecuzione del Quartet pour la fin du temps, composto da Olivier Messiaen nel 1941 nel campo di concentramento di Gorlitz. Come spiega Sequeri, è «uno dei più importanti esempi di musica da camera del ventesimo secolo».

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