Una voce propria
Sembra che Clara Schumann, poi grande musicista, cominciò a parlare molto tardi, solo verso i quattro anni. Riuscì a farlo dopo avere vissuto un anno con i nonni, lontano dai genitori e in particolare dal padre, un uomo che ebbe sempre su di lei un’influenza limitante, repressiva. L’episodio di questo parlare tardivo è simbolico, perché mai questo padre aiutò la figlia a esprimersi, ovvero a trovare la propria voce. Negli anni successivi, quando la bambina tornò a vivere sotto lo stesso tetto del padre, lui scriveva di proprio pugno un diario di Clara che risultava in prima persona. Massima prepotenza e invadenza di genitore. Appoggiava il grande talento musicale della figlia (lui stesso era un appassionato melomane), ma nello stesso tempo ne ostacolava ogni emancipazione. Quando lei si innamorò di Robert Schumann, il padre in nessun modo voleva l’unione di Clara con quell’uomo che sentiva tanto migliore di lui, in ogni senso. L’unione invece avvenne e crebbe, e gli Schumann vissero un intenso matrimonio e sodalizio artistico. Clara Schumann riuscì nonostante molti ostacoli a essere una straordinaria musicista. Tutto era incominciato con quel tradivo pronunciare le prime parole, lontana dai troppi impigli e i pesanti ingombri famigliari. © riproduzione riservata
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