Mani contro
Vite che come fossero le bambole “matrioske” contengono altre vite: una fu quella di Lisetta Carmi. Basta soffermarsi sul primo grande cambiamento che lei stessa impresse al suo cammino, quando dopo molti anni di carriera come pianista concertista decise di lasciare la musica – tutto quanto aveva studiato, cui si era dedicata corpo e anima – per diventare fotografa. Fu un mutamento di rotta improvviso, una svolta che si può far risalire a una data precisa, il 30 giugno del 1960. A qualunque costo voleva partecipare, a Genova, a una grande manifestazione contro il Movimento sociale e in sostegno invece dei lavoratori portuali. Pur di farlo, disobbedì al suo maestro di musica, preoccupato che eventuali scontri potessero danneggiarle le sue preziosissime mani. La replica della Carmi furono parole rimaste famose il cui senso era: le sorti dell’umanità sono ben più importanti della buona salute e cura delle mie mani di pianista. La sua disobbedienza fu un punto di non ritorno, e un nuovo inizio. Cominciò a fotografare, a posare su molti e svariati soggetti umani uno sguardo sapiente. La nuova vita era gioia di incontrare il mondo. Lasciare giornate troppo solitarie, aprirsi agli altri – ricca di tutto quanto negli anni di studio della musica aveva incontrato e coltivato dentro di sé. © riproduzione riservata
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