La serie “Kabul” di Rai 3 e Play, molta dura realtà e poca finzione

September 15, 2025
La didascalia iniziale avverte: «Questa storia è liberamente ispirata a fatti realmente accaduti. Personaggi e contesti narrati sono stati liberamente rivisitati dagli autori». Si tratta di una precisazione importante in avvio di una serie tv come Kabul, anche se di fronte a qualsiasi fiction lo spettatore dovrebbe avere coscienza della libertà narrativa con cui il regista e i suoi collaboratori interpretano la realtà. Premesso questo, diciamo che i sei episodi di Kabul (il venerdì in prima serata su Rai 3, ma già interamente disponibili su RaiPlay) raccontano, sotto la regia di Kasia Adamik & Olga Chajdas, la caduta della capitale afghana nelle mani dei talebani nell’estate del 2021. Al centro della vicenda una famiglia locale e alcuni diplomatici europei tra cui il giovane italiano Giovanni. Nel dettaglio Baqir Nazany e la moglie Zahara, procuratrice del tribunale di Kabul a cui i talebani danno la caccia, cercano di fuggire dal Paese attraverso l’Ambasciata francese. Il loro figlio, Fazal, ex soldato dell’esercito nazionale afghano, finirà per infiltrarsi, su incarico della Cia, in una cellula dell’Isis per evitare un attacco. Sua sorella, Amina, medico nell’ospedale di Kabul, decide di fuggire verso l’aeroporto, portando con sé una giovane paziente, Nooria, per salvarla. Nello stesso momento Giovanni viene incaricato di occuparsi in prima persona delle evacuazioni, mentre l’Ambasciatore viene richiamato a Roma per gestire le operazioni dall’Italia. Intanto Vera, un’agente dello spionaggio tedesco, intraprende una missione per salvare il generale Hassan, un ufficiale afghano che le ha salvato la vita durante un’imboscata due anni prima. All’Ambasciata francese, una delle ultime sedi diplomatiche ancora aperte a Kabul, il capo della sicurezza cerca di organizzare l’evacuazione dei rifugiati verso l’aeroporto. In mezzo al caos, tutti lottano per la sopravvivenza mentre la minaccia di un imminente attacco dell’Isis incombe sulla città. Così facendo la serie di Rai Fiction, coprodotta a livello internazionale con Francia e Germania (France Télévisions e Zdf), offre storie di vite in cerca di salvezza, ma anche vari punti di vista (europei e locali) su una situazione molto complessa come quella dell’Afghanistan dopo il ritiro delle truppe americane, ricostruisce l’atmosfera drammatica di quei giorni e l’incertezza di una fase storica. Lo fa ovviamente spettacolarizzando alcuni momenti e cercando di mantenere alta la tensione, ma sempre con un sostanziale equilibrio, un certo tono e un certo livello stilistico, senza cedere al sensazionalismo, concentrando tra l’altro l’attenzione sulle conseguenze soprattutto per le donne del ritorno del regime talebano. Anche per questo la serata di venerdì scorso, con i primi due episodi, meritava, a parte RaiPlay, qualche telespettatore in più rispetto ai 413 mila registrati. © riproduzione riservata

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