Vino, volumi stabili. Ma la spesa cresce del 3% a 160 miliardi di dollari
domenica 22 luglio 2018
Nel mondo si beve meno ma si beve meglio. Vecchia storia quella dei mercati vitivinicoli globali: campo di battaglia fra i colossi enoici e in particolare fra Italia e Francia, luogo di contese che spesso hanno il sapore delle battaglie di campanile ma che in realtà valgono miliardi di dollari (o di euro). Proprio il connubio fra scelte di mercato e risvolti economici, ha prodotto adesso un risultato straordinario: la crescita ulteriore del valore del commercio di vini nel mondo.
Stando al Wine Intelligence's Global Compass 2018-19, che ha analizzato l'andamento dei primi 50 mercati enoici del mondo, sarebbero dieci i Paesi che dettano legge: Stati Uniti, Germania, Canada, Cina, Francia, Svizzera, Regno Unito, Australia, Italia e Paesi Bassi. Ma soprattutto fa pensare la dinamica degli scambi. L'analisi – che in Italia è stata rilanciata dall'agenzia specializzata Winenews –, conferma la tendenza in atto da anni: i volumi consumati non crescono, tanto che nei mercati campione sono stabili, nel 2017 sul 2016; mentre la spesa per il vino arriva a 160 miliardi di dollari, +3%. È l'effetto, secondo lo studio inglese, della maggiore attenzione alla qualità da parte dei consumatori, ma anche alla scarsità delle ultime vendemmie, che hanno spinto verso l'alto i prezzi, e alle politiche fiscali di alcuni Paesi, che in alcuni casi hanno alzato le tasse sugli alcolici, e in altri, anche grazie ad accordi bilaterali, in particolare in Asia, le hanno abbassate in maniera sostanziosa.
Ma non basta. Per l'Italia pare che le cose vadano meglio di prima. Nella classificazione di Wine Intelligence, sono considerati in crescita i mercati principali per il Belpaese. Certo, i produttori devono comunque fare attenzione. Tra i mercati "mature", che sembrano aver raggiunto il massimo potenziale in termini di volumi di vino consumati, ci sono alcuni dei più importanti clienti degli italiani come Germania, Francia, Svizzera e Regno Unito. D'altra parte se vengono considerati "stabili" mercati come quelli del Giappone e di Hong Kong, altri sono "emerging" (dove cioè la crescita è forte ma da dove si parte da volumi molto bassi), è un gruppo che comprende Cina e Russia cioè due delle economie più promettenti al mondo.
Miliardi dunque e buone prospettive. I vitivinicoltori tuttavia non devono farsi trarre in inganno. Proprio Wine Intelligence ha sottolineato: «In un quadro complessivamente positivo, non mancano motivi di preoccupazioni, in primis l'impatto della Brexit sull'economia Ue e non solo e, guardando all'America, la possibile fine di un periodo di 25 anni di crescita del mercato, che potrebbe mescolarsi allo scontro internazionale sui dazi».
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