giovedì 22 marzo 2018
I cieli scorticati delle precoci primavere romane restano sempre uguali: trofei incustoditi che non si rubano e non si perdono. Sono gli esseri umani che cambiano. Una magnifica bolla rossastra illustra il declino del giorno. Sangue rappreso nel vetro del finestrone. Stiamo per accendere i lampadari dell'aula quando rivedo Fodé, un mio vecchio scolaro. Non è più l'adolescente inquieto, difficile da tenere a freno, che ricordavo. Adesso ho davanti un uomo maturo coi problemi da risolvere, pratici e spirituali: pagare le bollette, sciogliere i grovigli. Perché, dopo tanti anni, è tornato? Cerca un consiglio.
Ha sposato una donna italiana conosciuta in Rete. Lei aveva già due figli da un precedente matrimonio. I contrasti familiari sono esplosi subito. Fodé mi abbraccia come se fossi il supplente del padre. Lo lascio parlare. Storie di proprietà, invidie e rancori. Prima di rispondere e dire la mia, chiedo di vedere i bambini. Scendiamo verso il parcheggio. Fodé spegne la sigaretta e si dirige verso l'automobile dove i ragazzini aspettano. Sembra mi debba mostrare un carico prezioso. Apre la portiera e me li presenta. Sono bellissimi: la forza della natura che avanza e si trascina via tutto, scorie comprese. A prescindere da ciò che faremo noi adulti, vinceranno loro e sarà giusto.
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