domenica 26 febbraio 2023
Un “giubilo segreto” anima Eugenia, ragazzina affetta da fortissima miopia e per la quale l’arrivo degli occhiali è miraggio, aspettativa vissuta con trepidazione, entusiasmo, febbrile attesa. La scrittrice Anna Maria Ortese dedica a quegli occhiali in arrivo un racconto breve (in Il mare non bagna Napoli) straordinario, tra le altre cose, per come restituisce il mondo osservato nella sfocatura del difetto visivo prima, poi, gli occhiali agognati infine sopraggiunti, attraverso la lente di un nuovo malessere, più profondo ancora, quello dato da un vedere corretto e completo e non più parziale e incerto. Miracolo della scrittura, il nostro sguardo di lettori è da subito allineato con gli occhi della giovane, incespicanti prima, aiutati da spesse lenti e perciò più ancora offesi, poi. Il giubilo segreto si sovverte in tragedia. Porzioni di mondo sino a quel momento opache, imprecise, ridotte, ora si moltiplicano affollandosi davanti allo sguardo non più miope della ragazzina, squarci di realtà vissuti contro ogni aspettativa come vedute minacciose e fosche. Racconto di pura forza metaforica, a dire quanto ciò cui più si anela possa trasformarsi nel contrario. E la trappola di un mondo che, a lungo sognato e immaginato, poi subito è perduto non appena lo si sia raggiunto. © riproduzione riservata
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