venerdì 29 luglio 2005
Fine luglio. Pomeriggio di un sabato afosissimo. Sono in attesa in sagrestia" Ed entri a sorpresa tu, amica carissima, e mi racconti di un piccolo miracolo. "Vieni a vedere", mi dici" Mi porta d'un fiato a contemplare una fragolina minuscola, intenerita, che è spuntata in una crepa, una fessura di marciapiede di una città in un pomeriggio tra i più caldi e afosi. Un puntino verde, un piccolo punto rosso. Traggo questa parabola moderna dal libro di un parroco milanese mio amico, Angelo Casati, Il seme nella città (Dehoniane). Conosco bene la sua chiesa e il suo quartiere, e riesco ad immaginare quel «piccolo miracolo». Nel deserto di cemento d'una città accaldata e distratta, in mezzo a palazzi anonimi, sotto la cappa di un'aria inquinata, col rischio di un piede che calpesta, ecco la vita, la bellezza, la freschezza che riescono lo stesso a farsi strada, donandoci il segno di una grandezza che ci supera. Certo, bisogna avere occhi puri per saper cogliere anche quel puntino verde e rosso nell'immenso grigiore. È per questo che Gesù proclamava beati gli occhi che sanno vedere e gli orecchi che sanno ascoltare. Le meraviglie ci sono nel mondo, ciò che ci manca è la meraviglia. Le realtà stupende affiorano sempre nel tessuto della vita, ciò che non si ha più è lo stupore. E questa sorpresa è anche il segno che Dio non abbandona le sue creature; è sempre accanto a noi coi suoi doni che non sono clamorosi ma quieti e quotidiani, eppure necessari, come lo è l'acqua o l'aria, la luce e il pane. Rifiorisce, allora, nel cuore la fede che è fiducia e che rende serena la vita anche in un pomeriggio irrespirabile di luglio.
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