Un tesoro
martedì 25 febbraio 2025
Un po’ machista, la Bibbia? È vero che è stata scritta in società che erano preoccupate dell’uguaglianza assai meno della nostra, ed è importante che noi non prendiamo per divino quella che è soltanto l’espressione di un contesto culturale. Ma, in questo medesimo contesto, la Parola di Dio riconosce il valore di ognuno, come nel seguente versetto del libro dei Proverbi: «Chi trova una sposa trova un tesoro; il Signore è stato buono con lui» (Pr 18,22). La prospettiva è, come spesso accade, quella maschile, ma qui la felicità non è più una ricerca astratta o cerebrale: assume un nome e un volto. La Bibbia non pone condizioni: non dice che la felicità la si trova con una moglie sottomessa, dolce, fedele o con qualcun’altra delle virtù che ci si aspetta da una donna perfetta. È che la felicità non si fonda sull’attaccamento a certe qualità, ancor meno a stereotipi, ma sul vero incontro con una persona – sempre singolare, sempre unica, mai riducibile a un cliché. Confrontarsi con un altro, con i suoi desideri, le sue paure, le sue fantasie, significa imparare che io non sono solo, che non sono il centro del mondo. È il primo passo per riconoscere che la felicità io sono incapace di procurarmela da solo; è il primo passo per cominciare ad accoglierla per ciò che è: un favore, una grazia, un regalo da parte del Signore. © riproduzione riservata
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