mercoledì 26 aprile 2023
Nel mio sito ho messo una foto di Gerusalemme, che risale a un viaggio compiuto tanti anni fa, in cui sorrido sullo sfondo della zona est, quella palestinese. In apparenza non c’è nulla di speciale, eppure a me quell’immagine, scattata rapidamente da mia moglie, suscita un’emozione particolare: le bianche case costruite alle pendici delle alture, gli arbusti che fanno già presagire il deserto, il cielo azzurro degli angeli, il silenzio che si percepisce intorno, lasciano intendere uno spazio magnetico, là dove è accaduto e forse continua a verificarsi, qualcosa di fondamentale: un clic della storia umana, destinato a restare inudibile, se non per volontà unilaterale e presuppositiva, priva di dimostrazione, della persona interpellata. È forse questa la fede? Nell’inquadratura originale completa si vede che sto seduto su un muretto e un gatto mi passa accanto sfiorandomi il gomito. Come sanno i pellegrini, ce ne sono diversi impegnati a gironzolare nel nucleo più antico e quando ci tornai molto tempo dopo ne ritrovai uno, proprio sul piazzale gremito della Chiesa del Santo Sepolcro, che mi parve assolutamente identico a quello immortalato la prima volta. Nuovamente mi transitò accanto senza neppure miagolare, cercando un rapporto puramente affettivo, impossibilitato a fare di più. © riproduzione riservata
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