Un appetito di felicità
giovedì 30 gennaio 2025
Ma Gesù davvero sa che cosa promette? Se vedesse da quali fami sono tormentato, da quali desideri sono abitato, ci penserebbe forse due volte prima di promettere: «Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati» (Lc 6,21). Desideri gelosi, sete di vendetta, appetiti sessuali vengono a suonare nel mio cuore una partizione che poco somiglia alla musica degli angeli. Allora preferisco mandare al mio posto, quando suona l’ora della preghiera, un piccolo santo da vetrata ben disegnato, che non si arrabbia, che non conosce la gelosia, che perdona facilmente, che non si annoia a messa. È perfetto. Ha un solo difetto: quello non sono io. Perché il mio desiderio sono io. Se lo metto da una parte, non sono davvero presente io. E rischio, per la mia costante paura di gettare uno sguardo nel pentolone dei miei desideri, di non imparare mai a riconoscere ciò che mi fa vivere. Gesù sa che nel mio profondo la vera fame che provo è una fame di felicità. Ora, proprio questo è ciò che Dio, che mi ama infinitamente, vuole per me: è questa fame che egli promette di saziare. Ma cosa mai potrà saziare, se non ho più desiderio? Lungi dal dovervi rinunciare, io sono invitato a scavare il mio desiderio, a vederlo crescere in me senza lasciarmi distrarre da voglie secondarie, dai miei capricci del momento: esso diventerà il cammino più sicuro sul quale Dio mi invita a raggiungerlo. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI