giovedì 20 aprile 2017
La conservo ancora, quella vecchia cover di "Panorama Mese". Un meraviglioso gatto con iridi bicolori a illustrazione di un mio cospicuo articolo, quasi un piccolo saggio sul tema dei diritti animali: Jeremy Bentham, Paul Singer, Tom Regan, i fondamentali dell'antispecismo.
Avevo una ventina d'anni, sono stata una pioniera. Orgoglio indecoroso, vero. Ma è solo per dire che in teoria e in pratica, testa e cuore - amatissimo Tom… - sono sempre stata vicina ai nostri fratelli non umani. Il che non mi impedisce di vedere che qualcosa non torna. Quando, per esempio, si è capaci di sacrifici inenarrabili per il nostro pet, ma molto meno disponibili per un fratello umano. Quando l'antispecismo si spinge fino al veganismo, ma non si rinuncia alle violenza nelle relazioni. Quando una giovane coppia si circonda di cuccioli di ogni specie tranne che della propria (al netto, ci mancherebbe, dei problemi reali che abbondano: lavoro, casa, servizi).
C'è qualcosa che spinge in questa direzione. Fondamentalmente questo, credo: un animale si adatta facilmente al lavoro dell'amore incondizionato, si lascia docilmente incorporare nella nostra economia psichica, diventa una protesi del nostro io.
Una creatura umana, invece, resta fatalmente altro da noi. E fare i conti con l'altro, con l'altra, è incommensurabilmente più faticoso.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: