sabato 28 novembre 2020
Signore, nessuno vive tanto nell'attesa come te! Nella tua misericordia tu aspetti tutti: quelli che sono lontani e quelli che sono vicini. Quelli che dicono "sì" e quelli che dicono "no". Quelli pronti prima del tempo e quelli che procrastinano. Il figlio prodigo che ritorna come un mendicante e il fratello maggiore che lo incolpa. Quelli che avvertono la tua presenza nei passaggi più comuni della vita e quelli che solcano i suoi corridoi infiniti accumulando sempre più silenzio e domande. Quelli che ti ricordano a ogni momento, e gli indifferenti. Quelli che ti vedono nella certezza e quelli che per i quali il tuo mistero si compara ai frammenti di un enigma sparsi e indecifrabili. Quelli che riconoscono le tue tracce indiscutibili e quelli che non ti trovano da nessuna parte. Quelli che nel ripetere il tuo nome percepiscono lo spuntare del giorno e quelli che si sentono proiettati ancor di più nello sconforto della notte. Quelli che ti chiamano per nome e quelli per i quali sei dolorosamente innominabile.
Davvero, Signore, tu sei in attesa di tutti. Di quanti ti cercano con ansia e di quanti non s'interrogano mai. Di quanti ogni giorno ti pregano «Vieni, Signore!» e di coloro per i quali la preghiera è una ferita silenziosa, una convulsione, un tormento o una rivolta. È bello sapere che, nell'immensità della tua attesa traboccante di compassione, ciascuno è ancora in tempo per la speranza.
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