mercoledì 23 giugno 2021
«Io non sono una persona normale. Io faccio quel che mi pare. Come spero facciate voi senza seguire le mode (…) Domanda: “Dottore, non gioco mai: è grave?”. Risposta: “Credo di sì”». In un libro colorato di giochi antichi, sentimenti lieti e critici pensieri, tutti espressi in una prosa ipnotica e densa di erudita sapienza in materia, Giampaolo Dossena invita a rituffarci nella gioia dei giochi. A riscoprire quei giocattoli che oggi sono esposti in vetrine di oggetti vintage che i bottegai hanno requisito dai solai delle case delle nonne. Birilli e biglie, bambole e soldatini, Pinocchi in legno e trottole - tortula, come la chiama Camilleri, nella sua Piccola Enciclopedia di giochi per l'infanzia. Passatempi per ragazzi e per grandi, centri di gravità soave dei giorni di vacanza, dei pomeriggi di festa con gli amici. Costretti, come siamo stati, oltre che a studiare e lavorare, anche a giocare sugli schermi, a concentrare l'energia delle mani, dei piedi, delle gambe tutta sugli occhi e la mente, usciamo volentieri a divertirci con le raganelle. Come facevano – e fanno ancora – i ragazzi il giorno di Purim – il Carnevale ebraico – perché le sorti dei popoli scartati siano, come nei denti di una raganella, affatto rovesciate.
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