Su Google si cerca la preghiera: uno studio e le domande da farsi
domenica 5 aprile 2020
La notizia è uscita su diverse fonti tra cui il "Catholic News Service" ( bit.ly/2UJNjgy ), ovvero l'agenzia di comunicazione dei vescovi statunitensi. È in corso da parte di una studiosa dei fenomeni religiosi di Copenaghen, Janet Sinding Bentzen, una ricerca intitolata: «Nella crisi, preghiamo. La religiosità e la pandemia da coronavirus». Dice tutto l'abstract della versione preliminare del rapporto, datata 30 marzo: «Nei periodi di crisi, gli uomini tendono a rivolgersi alla religione per alleviare la tensione e trovare delle spiegazioni. La pandemia da coronavirus del 2020 non fa eccezione: la domanda religiosa è straordinariamente cresciuta dall'insorgenza della pandemia, mentre i leader politici e i gruppi della società civile esortano i cittadini a pregare».
Bentzen si basa su un'analisi di Google Trends, dove «le ricerche relative alla preghiera sono aumentate vertiginosamente allorché il coronavirus è divenuto globale». Basandosi «sui dati quotidiani delle interrogazioni su internet relative alla preghiera in 75 Paesi», compresi quelli a maggioranza musulmana, ha calcolato che «l'intensità di ricerca sulla preghiera raddoppia ogni 80mila nuovi casi accertati di Coronavirus»: un dato incomparabilmente maggiore di quelli rilevati in anni recenti durante altre gravi crisi globali o regionali. Bentzen la chiama «reazione religiosa: quando c'è da far fronte a un'avversità, preghiamo». Se la cosa non fosse assai seria, si potrebbe ironizzare sul fatto che serva una ricerca per provare un fenomeno che appartiene all'esperienza, sia personale, sia sociale, di tanti, e come tale continuamente sviscerato dalle scienze umane. Ma quel che qui mi interessa mettere in luce è il ruolo che assume la Rete come canale dell'accresciuta domanda religiosa. La quantità delle ricerche lascia supporre che non si tratti solo dei praticanti abituali, impediti di frequentare i luoghi di culto. E allora: gli utenti avranno trovato quel che cercavano? E a chi si sarebbero rivolti trent'anni fa, quando internet era ancora un'ipotesi?
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