Su Cielo la confusione politicamente corretta
giovedì 25 maggio 2017
«La questione del genere è un grande pasticcio, non c'è nessun genere: solo l'identità.... È perfettamente naturale essere trans, è una sfaccettatura della vita». Parte da affermazioni di questo tipo il ciclo Rivoluzione Gender in onda il martedì alle 23.15 su Cielo da qui al 27 giugno per sei puntate, ognuna delle quali seguita (guarda caso) da programmi come Sesso estremo. Ad introdurre ogni serata è l'attrice Eva Robin's, che la transizione l'ha vissuta in prima persona ed è quindi, per forza di cose, di parte. «Parola dopo parola, film dopo film, lo spettatore – secondo la produzione – potrà familiarizzare in maniera leggera e divertente con l'universo variegato dell'identità e dell'orientamento sessuale, scoprirne il linguaggio o rompere qualche personale tabù». L'obiettivo del programma sarebbe quello di raccontare «la rivoluzione quotidiana in atto nel mondo della sessualità, fatta di luoghi comuni da sfatare, di intolleranza da arginare, di libertà e orgoglio nell'affermare la propria identità, in tutte le forme che questa può assumere». Chi non capisce questo sarebbe, a giudizio degli autori, un ignorante. Ancora una volta, insomma, si presenta in termini positivi la possibilità dell'autodeterminazione dell'orientamento sessuale. Si fanno parlare senza problemi e senza nessuna limitazione deontologica bambini e bambine che non si sentono realizzati nel proprio corpo di maschio o di femmina. Senza che nessuno ponga almeno il dubbio che vi possano essere casi riconducibili a disturbi di identità di genere tali da provocare conflittualità e sofferenze. Un tema quindi molto complesso che non può essere certo liquidato «in maniera leggera e divertente» cantando le gioie del terzo sesso o del “genere fluido”, convinti delle «molteplici sessualità» e che maschio e femmina siano solo delle assurde etichette dell'anagrafe. Rivoluzione Gender (che si spaccia pure come «ciclo di documentari in occasione della giornata contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia»), rappresenta uno di quei casi, purtroppo sempre più diffusi, in cui la televisione per essere politicamente corretta secondo le attuali tendenze finisce per contribuire alla confusione. Non osiamo pertanto pensare cosa possa venir fuori nella penultima puntata che si annuncia con il titolo Gesù è morto per i peccati degli altri.
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