martedì 25 marzo 2003
Maria significa "stella del mare", precisamente di quel mare di cui è scritto: «Ecco il mare spazioso e vasto; lì guizzano pesci senza numero» (Salmo 104, 25). Il cielo ha molte stelle; una ne ha il mare ed è la più luminosa di tutte le altre. Chi la segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita. Sull'etimologia del nome "Maria" si è intessuta una ricerca che spesso ha imboccato la via della fantasia.
Già san Girolamo immaginava che significasse "stella del mare" e per questa strada nacque quel delizioso canto mariano che è l'Ave, Maris stella, parabola anche della guida che la madre di Gesù offre a chi cammina nel buio o nelle tempeste della vita. Per un errore scribale quell'immagine si trasformò anche in stilla maris, cioè Maria avrebbe in sé una stilla del mare divino infinito ed eterno. Più filologicamente, alcuni ricorsero all'egiziano meri, "formosa, bella"; più correttamente si dovrebbe forse pensare a una radice semitica che significa "elevata, esaltata". Certo è che la pietà popolare ha affidato a Maria - di cui oggi celebriamo l'annunciazione - la missione di brillare sul "mare spazioso e vasto" della vita per condurci, anche nella notte tenebrosa, al Figlio suo. È ciò che suggerisce il benedettino Bruno d'Asti (1045/49-1123) nel brano da noi citato. Non per nulla una delle icone più comuni dell'Oriente è quella di Maria Odighitria, cioè di colei che ci indica la strada. E mai come in questi tempi confusi e incerti vorremmo che risplendesse una stella che ci guidi verso una meta di speranza.
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