«Solidarietà alla scuola di Pioltello». Sì, le novità possono essere scomode
martedì 26 marzo 2024

Caro Avvenire,

sono rimasto stupito dall’intervento del Ministero dell’Istruzione circa la decisione dell’IC di Pioltello di sospendere le lezioni in occasione della festa a conclusione del Ramadan che coinvolge una consistente parte di quella comunità scolastica, recuperando le lezioni in altra data . Risulta che la scelta sia stata fatta dal Consiglio di istituto nel maggio 2023. Mi chiedo perché il Ministero non sia intervenuto prima: le delibere vengono pubblicate sull’albo telematico. Esprimo la mia piena solidarietà al collega che dirige l’IC di Pioltello.

Guido Campanini


Caro Campanini,

rispondo alla sua lettera (necessariamente scorciata), scegliendo tra quelle che sono giunte sul tema dell’istituto comprensivo (elementari e medie) Iqbal Masih di Pioltello. Alcune sono allineate al suo ragionamento, altre (in minoranza) sostengono la linea critica del ministro Valditara e, soprattutto, le voci del centrodestra che hanno fortemente contestato la scelta di sospendere per un giorno le lezioni in occasione della festa islamica di fine Ramadan. Sì, proprio così, nella cattolica Lombardia che nel Novecento ha dato alla Chiesa tre Papi. Il compianto vicedirettore di “Avvenire” Tiziano Resca, da grande giornalista qual era, l’avrebbe definita “una signora notizia”. Al di là del merito della decisione (confermata ieri dal Consiglio d’Istituto con motivazione strettamente “didattica”), non penso si possa prescindere da questo fatto. Una novità è una novità, anche se bella e giusta. Le novità possono spiazzare, essere all’inizio male intese, disturbare abitudini e convenzioni. Se non ci si fa carico anche di questo, si creano incomprensioni che nuocciono persino alla migliore causa.Detto questo, caro Campanini, lei ha ragione, come ex dirigente scolastico e attuale vicepresidente del Meic, a evidenziare che la delibera dell’istituto era potenzialmente nota al Ministero da molto tempo e che l’autonomia, sancita dall’articolo 17 della Costituzione, va rispettata. Soprattutto vanno rispettate tutte le religioni che hanno cittadinanza all’interno dello spirito di laicità positiva che dovrebbe animare il sistema di istruzione del nostro Paese, secondo i dettami della Carta fondamentale. Mi ha colpito l’atteggiamento pregiudizialmente anti-islamico di alcuni commentatori e commentatrici (sedicenti difensori delle nostre tradizioni), che mi pare inaccettabile di per sé, oltre a rendere più difficile la convivenza tra culture. La Chiesa ambrosiana ha dato sostegno all’iniziativa, e questo dovrebbe togliere alibi ai fomentatori di divisioni. Secondo me, resta tuttavia l’occasione per ora sprecata di aprire una discussione serena e informata: per esempio, quanti genitori in passato hanno chiesto la chiusura per Eid Al-Fitr? Saranno d’ora in poi solo criteri di numerosità delle appartenenze religiose delle famiglie a decidere i calendari? O si può ragionare di qualche uniformità nazionale adeguata ai tempi cambiati? E alle minoranze esigue che riconoscimento si darà? (La comunità ebraica per le sue festività ha già stretto accordi che garantiscono agli studenti assenze giustificate, ma ora è sotto la pressione di un rinascente antisemitismo anche nelle università). Interrogativi non irrispettosi. Che possono fare crescere la nostra comunità nazionale multiculturale, con il coinvolgimento attivo dei rappresentanti delle religioni.

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