giovedì 14 novembre 2019
Carolina ha 68 anni e vive a Milano con i suoi gatti. Nemmeno un parente, giusto qualche amico. Passa il tempo su Facebook e un giorno comincia a chattare con tale Matteo: francese, vedovo, una trentina d'anni meno di lei.
Matteo la lusinga. Le parla d'amore. Progettano l'incontro. Carolina si prepara come una sposa. Va dal parrucchiere, rinnova il guardaroba. Ma c'è sempre qualche impiccio. Lui è nei guai. Ha bisogno di soldi. Lei soldi non ne ha, e chiede un prestito di 10 mila euro per dargli una mano. Passa una giornata ad aspettarlo all'aeroporto di Linate, ma niente.
Un amico la riporta brutalmente a terra: Carolina, Carolina, guarda che quell'uomo non esiste, quella faccia non è la sua. Le foto le ha rubate a un avvenente e ignaro attore azerbaigiano. Le racconta delle truffe romantiche. La convince a denunciare.
Carolina denuncia. Ma con i carabinieri che verbalizzano insiste: «eppure lui mi ama…».
Gravemente diabetica, comincia a ingozzarsi di dolci. Si uccide con tutta la dolcezza che non ha avuto. Muore lei per tenere vivo il sogno d'amore.
Sono ormai alcune centinaia le vittime di truffe romantiche, circuite con love bombing da organizzazioni criminali con sede in Nigeria e nel Ghana.
A tutte loro non chiedo: com'è stato possibile? com'è che ci siete cascate? A loro voglio solo dire: vi voglio bene. Ve ne voglio tanto.
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