sabato 15 novembre 2003
Se riesci a restar calmo quando intorno a te tutti hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione. In italiano c'è una locuzione suggestiva, che è però presente anche in altre lingue: «A sangue freddo». È l'attitudine della persona che vaglia "a mente fredda" (altra locuzione significativa) una determinata situazione e alla fine decide, senza lasciarsi travolgere dalle emozioni. Se si vuole, si tratta del famoso "self-control", teorizzato e praticato (ma non sempre) dagli inglesi, a differenza - si dice - di noi mediterranei più impulsivi e immediati. Saper dominare le reazioni primarie è indubbiamente una virtù che si acquisisce con l'esercizio e che non di rado è anche dono di natura. Nella Bibbia si legge che «chi è lento all'ira vale più della persona forte e chi domina se stesso vale più di chi espugna una città» (Proverbi 16, 32). Detto questo, ha ragione anche Jean Kerr, un autore o autrice che ignoro, citato in un articolo che sto leggendo. La sua frase - tratta dal libro Per piacere non mangiate le margherite - è certo paradossale, ma contiene un suggerimento valido. Volersi far vedere o ritenersi superiore di fronte a situazioni turbolente non è sempre segno di maturità; può anche essere frutto di una spocchia un po' stupida. C'è, infatti, anche un'istintività sana, una reattività doverosa e una paura di cui non ci si deve vergognare. Anche sull'argomento più delicato della collera, certo, bisogna evitare la rabbia e l'ira funesta, ma talora è necessario sdegnarsi e indignarsi (è forse questo il valore positivo del detto popolare "quando ci vuole, ci vuole"). Ancora una volta, dunque, l'umanità rivela la sua complessità che deve adattarsi alla complessità del mondo in cui siamo inseriti. E l'intelligenza sta, in questo caso, nella duttilità.
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