Se "Report" dà voce a chi non la merita
mercoledì 22 aprile 2020
A scanso di equivoci è bene ribadire quanto scritto più volte a proposito di Report, il programma giornalistico di Rai 3. Lo abbiamo sempre definito controcorrente, scomodo, a tratti ideologizzato, comunque capace di proporre inchieste sul campo, in modo coraggioso, intraprendente ed efficace, senza guardare in faccia a nessuno. E per questo motivo lo abbiamo sempre seguito con attenzione, cosa che abbiamo fatto anche lunedì sera per una puntata in gran parte dedicata agli oppositori di Papa Francesco con numerosi servizi che hanno spaziato dalla preghiera del 27 marzo in Piazza San Pietro a un possibile asse antibergogliano Putin–Trump. Punto di partenza, come ha detto il conduttore Sigfrido Ranucci, il “virus infame che per molti è solo una punizione divina” a causare la quale, secondo alcuni, sarebbe stato il Papa stesso. E qui su “molti” e “alcuni” ci sarebbe già da ridire, anche se Ranucci non v’è dubbio che stia dalla parte di Francesco: “Sentire che Bergoglio è la causa del virus è un’esperienza che sinceramente ci mancava”. Il problema è che quelli di cui si parla appartengono a sparute minoranze che si pongono da sole al di fuori del cattolicesimo non credendo in quella Chiesa oggetto della professione di fede. Per cui è un errore definirli, come più volte è stato fatto, “ultracattolici”. Le accuse che muovono al Papa si commentano da sole: idolatra, pagano, leader della sinistra internazionale e di contro espressione di un piano giudaico–massonico. Nessuno nega l’esistenza di una fronda contro Bergoglio, anche perché si manifesta attraverso siti internet e profili social, ma è un nulla di fronte a chi guarda al Papa, anche laicamente, come l’unica autorità morale a livello planetario. Ne è prova la moltitudine che ha seguito la diretta del 27 marzo: soltanto in Italia si sono calcolati oltre 17 milioni e 400 mila telespettatori. Così facendo Report ha dato visibilità a chi non la merita, anche perché non ha i numeri. Poi, con i servizi successivi, ha finito per mischiare un po’ troppo le cose tirando in ballo questioni politiche o presunte tali, senza negare, anche in questo caso, che una parte della destra politica stia strumentalizzando la religione e i simboli religiosi.
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