domenica 20 novembre 2022
Fellini non lo convince, Samuel Beckett non lo emoziona. Quanto a Marshall McLuhan… Beh, Marshall McLuhan farebbe meglio a non menzionarlo, dato che l’autore della Galassia Gutenberg è proprio lì, appostato dietro un cartellone del cinema di New York in cui si svolge questo celebre episodio di Io e Annie (1977). In coda alla cassa c’è il regista e protagonista del film, Woody Allen, insieme con la Annie del titolo, che è Diane Keaton. Un vicino di fila sproloquia sugli argomenti più disparati, irritando ancora di più il nevrotico Alvy (è il nome dell’alter ego di Allen). La comparsa di McLuhan è il colpo di scena che sembra risolvere la situazione. Alvy accusa il chiacchierone di non comprendere le teorie del sociologo canadese, l’altro si difende esibendo i galloni di professore universitario, McLuhan in persona salta fuori dal nulla per confermare che sì, il fraintendimento è totale, il malcapitato confonde topiche e utopiche, c’è da meravigliarsi che gli abbiano affidato un insegnamento. Il cameo è di per sé strepitoso, ma ancora più istruttiva è la morale che ne deriva. «Ragazzi, se solo la realtà fosse così…», dice Alvy/Allen rivolgendosi al pubblico. Una volta di più, il cinema ci ha benevolmente ingannati, perché la realtà non è così, ma per un momento è come se lo fosse. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: