sabato 16 novembre 2019
Benedetta Barzini è stata una supermodel negli anni Sessanta. Suo figlio, il giovane regista Ben Barrese, le dedica il suo primo film.
"La Scomparsa di Mia Madre" ha emozionato al Sundance Film Festival ed ha avuto vari riconoscimenti. Operazione perturbante perché si inoltra nel recinto sacro della madre di tutte le relazioni, quella tra un uomo e la donna che lo ha messo al mondo. E perché mette al centro la rivolta di un essere umano, Benedetta, alla dannazione dell'immagine, dell'esserci come apparire. L'immagine come una bugia terribile e violenta. «Mamma – domanda Ben con voce quasi infantile – fra quanto tempo pensi di andare via?».
È la scomparsa delle donne (avevo titolato così un mio libro del 2007) consapevolmente agita e non più subita. La scrittrice Elena Ferrante si tiene nascosta e riserva lo stesso destino di invisibilità a molte protagoniste dei suoi romanzi. Spariscono Amalia nell'"Amore molesto", Lila in "L'amica geniale" e poi sua figlia, la piccola Tina. Fa il tentativo di sparire anche Leda in "La figlia oscura".
Dice Ferrante, formidabilmente politica: «La scomparsa delle donne non va interpretata solo come un crollo della combattività di fronte alla violenza del mondo, ma anche come rifiuto netto». La sottrazione e l'assenza – anziché la visibilità – come prova del fatto che esisti.
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