Miasarai e Tuononsarò, una favola nella città di pietra
lunedì 23 novembre 2020

Una fanciulla con le scarpette d’argento, un nano gobbo che la traghetta su una barca di giunchi attraverso un canale nero come la pece, un sentiero che porta alla città perduta di Arid. È l’incipit di una favola che contempla re, regine, principesse, giullari, dame, ovviamente streghe e incantesimi e l’eterna lotta tra il bene e il male. Una storia di amore, di vita e di morte che parte dall’infanzia spensierata di due bambini compagni di giochi, lei figlia del re, lui figlio del giardiniere di corte. Storia tristissima quella della principessa Miasarai e del giovane Tuononsarò, del loro amore reso impossibile da un perfido sortilegio della strega Sirdis che per pura malignità trasforma il giovane in un fiore bizzarro destinato ad appassire. A seccare ma non a morire, se la fanciulla riuscirà a ripiantare il seme caduto dalla corolla e coltivarlo con immutato amore.

È a questo punto che inizia il lungo viaggio di Miasarai e il suo approdo alla città pietrificata, alla ricerca di un giardino in cui riportare in vita il suo amato. Ma Arid, la città grigia, dove la gente sembra sparita e le case decrepite e ammuffite appaiono disabitate da secoli, è un luogo enigmatico, lugubre, dal silenzio irreale dove da anni non cresce più neppure un filo d’erba. È un racconto pieno di emozioni, di colpi di scena e di storie dentro le storie raccontate dagli abitanti superstiti della città di pietra, quello che accompagna l’estenuante ricerca della infaticabile Miasarai, armata di uno coraggio capace di salvare se stessa e la città. I giardini di Arid (la Nuova Frontiera Junior; 14,90 euro) è un classico della letteratura olandese e Paul Biegel, l’autore scomparso nel 2006, uno dei più importanti scrittori per ragazzi d’Olanda. Un narratore capace di incantare i ragazzi di oggi con gli archetipi e gli stilemi delle favole classiche. Un libro che appassionerà anche ai lettori adulti; vivamente consigliato a tutti dai 12 anni

Dieci anni fa quando uscì Tatarì Tararera un certo sconcerto tra gli adulti lettori per piccoli non lettori ci fu. Era un albo che oltrepassava gli schemi e gli stereotipi del racconto didascalico e lineare e scardinava del tutto la falsa convinzione che la lettura fosse lo strumento utile a migliorare in fretta il linguaggio dei bebè. Forse per molti non erano ancora chiare le mille implicazioni della lettura come esperienza giocoso in un tempo condiviso tra l’adulto e il bambino e il piacere di raccontare oltre le parole. Emanuela Bussolati, una delle maggiori autrici e illustratrici italiane, ha spiegato il proprio intento di creare un’occasione di divertita complicità intorno a una storia semplice con un linguaggio inventato, una sorta di lessico famigliare che avvolge di goduria il bambino che sottintende «Sì “grande” che mi leggi: lo sento bene che sei qui con me, che ti diverti con me, che ti dedichi a me».

Nel 2010 il libro vinceva il Super Premio Andersen “per essere un albo quanto mai coinvolgente e godibile, di assoluta originalità” e veniva nominato Libro dell’anno e Miglior libro 0/6 anni. La premessa era d’obbligo per salutare questo ultimo arrivato, quarto titolo della serie in lingua Piripù, Piripù Bibi sempre pubblicato da Carthusia (14,90 euro), che rappresenta il prequel della saga dei Piripù, che di Bibi racconta la nascita, lo scompiglio in famiglia ma soprattutto la stoffa avventuriera e birbantesca, per così dire, del piccolo combina guai. Come per tutte le altre puntate della storia è indispensabile che gli adulti abbiano voglia di giocare, adottino intonazioni della voce, gesti, versi e movenze a loro piacimento e mostrino facce divertenti. È facile, basta cominciare, il risultato sempre garantito Dai 2 anni

Una festa di compleanno in grande stile sta per svolgersi dai signori Finkel, in onore della padrona di casa. Potrebbe sembrare un evento ristretto tra aristocratici ma non è così. Il signor Finkel è un semplice commerciante di lacci da scarpe e la consorte una donna con manie di grandezze. Tutto è pronto, piatti, sottopiatti e tazze da consommé, persino una gigantesca torta che non si sa come far entrare in sala da pranzo. Ospite d’onore una presunta nobildonna duchessa di Vattelapesca che si annuncia sarà presente ornata di un preziosissimo diadema.

In incognito tra i numerosi strampalati e improbabili invitati, cani e gatti a volontà, anche un alcuni investigatori perché c’è il fondato sospetto che nei paraggi si aggiri il Coccodrillo, ladro patentato, pronto ad attentare al diadema. Ovviamente nel bel mezzo della festa il tanto temuto furto avviene, ovvero il diadema sparisce. Ma chi è il ladro? Il coccodrillo è davvero entrato in azione? La mossa del coccodrillo (edizioni Sinnos; 11 euro) è un racconto esilarante per poche parole e tante immagini firmato da Federico Appel che dopo “La grande rapina al treno” torna con questa graphic novel da leggere soprattutto con gli occhi, senza perdere alcun particolare. A conferma del fatto che per risolvere un enigma, anche il più complicato – questa è regola numero uno di ogni bravo investigatore - bisogna fare attenzione ai dettagli. Dai 5 anni

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