Risurrezione da toccare con mano
domenica 31 marzo 2013
di Maria Gloria RivaSiamo tutti ciechi di fronte al mistero della Risurrezione. Nessuno era dentro al sepolcro in quel mattino di Pasqua, quando il corpo del Salvatore riprese vita e gloria. L'unico testimone fu un lenzuolo, un sudario. Forse per questo il telo sindonico custodito a Torino, dopo duemila anni di storia, ancora incuriosisce e chiede di essere indagato, studiato. C'è un artista che ha voluto raccontare il fatto straordinario di ciò che vide Pietro, senza capire e ciò che invece Giovanni vide, comprese e credette. Si tratta di un artista contemporaneo non vedente, Felice Tagliaferri, che nel 2010 portò a compimento la copia più incredibile del Cristo velato di Giuseppe Sanmartino custodita a Napoli.Tagliaferri visitò nel 2008, come migliaia di pellegrini la cappella di Sansevero dove si trova la statua marmorea del Cristo velato. La visitò, ma non poté toccare palmo a palmo il velo sindonico che ancora contiene il Corpo di Cristo perché gli venne proibito. Scosso da quella negazione, decise di realizzare una copia in marmo della scultura affinché tutti quelli che, come lui, avendo bisogno di toccare con mano la realtà, potessero farlo. E come di fronte al sepolcro di Cristo Pietro guardò senza vedere e Giovanni, rimasto quasi all'esterno, vide e credette così, a dispetto di moltissimi che ogni giorno ammirano quella scultura, solo Felice Tagliaferri in certo senso, vide e credette. Tutti, ora, fanno l'esperienza di toccare quella scultura di marmo, anche gli stessi vedenti toccano con mano qualcosa di simile a ciò che videro Pietro e Giovanni. Ma che cosa vide Pietro? Ancor di più che cosa vide Giovanni da indurlo a credere nella risurrezione più che a un trafugamento di cadavere? Ignace de la Potterie, grande studioso del Vangelo di Giovanni, come altri studiosi più recenti, fissa lo sguardo sul modo in cui gli apostoli trovarono fasce e sudario. Quest'ultimo non era avvolto, come afferma la traduzione corrente, ma afflosciato, conservava cioè la stessa forma di quando circondava il Corpo del Salvatore.Così il Cristo velato, tanto di Sanmartino che di Tagliaferri, ci restituisce l'immagine prepotente del telo sindonico colta un attimo prima di quell'energia che consentì al Corpo trasfigurato di Gesù di passare oltre le bende, oltre il sudario, e rivelare al mondo la sua natura di Signore. La speranza cristiana che a Pasqua esplode nell'alleluia, quella speranza alla quale papa Francesco instancabilmente ci richiama, trova qui la sua sorgente: un lenzuolo vuoto e uomini che hanno toccato con mano l'evidenza della risurrezione. Opere così sono la speranza in atto, la speranza in essere.Grazie a Felice Tagliaferri, grazie a questi fratelli non vedenti, che ci permettono di ricordare quanto siamo ciechi di fronte a exempla che, benché realizzati da uomini, ci consentono di toccare con mano la suggestiva bellezza della nostra fede.
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