sabato 2 dicembre 2006
Coloro che affermano che il mondo sarà sempre così come è andato finora contribuiscono a far sì che l"oggetto della loro predizione s"avveri.Conosco e stimo la finezza umana e culturale del ministro Tommaso Padoa Schioppa; eppure sono rimasto ugualmente stupito quando alcuni mesi fa ha aperto un documento politico-economico di natura "tecnica" con questa citazione desunta dagli Scritti politici e di filosofia della storia e del diritto del celebre filosofo Immanuel Kant. Siamo, infatti, disabituati a vedere l"umanesimo intrecciarsi con la gestione della cosa pubblica, come invece avveniva in passato e come dovrebbe essere. La frase, nella sua semplice incisività, merita comunque di essere riproposta anche per l"esistenza quotidiana di ciascuno. E non, certo, per esorcizzare qualche menagramo.Infatti, chi adotta come regola di comportamento il principio secondo il quale il mondo va sempre così e non saremo noi a cambiarlo, si avvia senza ombra di dubbio a confermare questa sconsolata e scontata predizione. Sì, perché chi si rassegna già in partenza è da subito destinato ad essere sconfitto. Non per nulla il verbo "rassegnarsi" è usato all"attivo per indicare chi "rassegna" le dimissioni, ritirandosi dall"impegno assunto. Ai nostri giorni, nei quali a prima vista sembra prevalere chi sgomita e la frenesia pare la legge dominante, si scopre invece un largo strato di persone che si arrendono al primo ostacolo, cedono subito alla fatica, capitolano di fronte alle responsabilità. A loro non resta che la lamentela e quel meschino «L"avevo detto», che non è segno di realismo ma solo di ignavia. La virtù che mancava loro era la costanza o la speranza.
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