giovedì 18 maggio 2023
Città del Messico, assai più che nei quartieri centrali intorno allo Zocalo, l’ho vissuta sull’Insurgentes, il viale dei rivoluzionari che attraversa da parte a parte la sterminata metropoli sopraelevata, dove abitavo non distante dalla casa dei giuseppini, nel cui Estudiantado operavano i missionari come padre Ramiro, impegnato a recuperare i niños de la calle, nel tentativo di rimetterli sulla giusta via. Proprio loro mi regalarono una monografia, in lingua italiana, su san Leonardo Murialdo. Ancora oggi, mi basta sfogliarla soltanto un poco per ritrovare l’atmosfera incantata e per me leggendaria di quei giorni: «La sua prassi educativa era animata dallo zelo della salvezza delle anime dei giovani, soprattutto poveri, abbandonati e operai, e orientata chiaramente alla visione umana e soprannaturale della realtà». Me ne andavo in giro fra baracche, officine, capannoni, case basse allineate di fianco agli stradoni dissestati. C’era un distributore di benzina con una squadra di operai pronti all’opera. Appena un’automobile entrava a fare rifornimento, quei ragazzi scattavano compatti: chi puliva il vetro, chi versava il carburante, chi controllava i livelli, chi ritirava il dovuto. Nell’edicola interna l’immagine della Madonna di Guadalupe pareva dettare il ritmo delle operazioni. © riproduzione riservata
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