Quell'esile gigante e la tecnologia buona
mercoledì 23 settembre 2020
Quei giganti sulle cui spalle si sale per vedere più lontano, talvolta non sono esattamente giganti e quel "vedere più lontano" non è esattamente una metafora. Il gigante più mingherlino del mondo si chiama Lionel Messi, calciatore di fama planetaria, 169 centimetri di altezza, 72 kg di peso, soprannominato fin da bambino Pulga, "pulce" in italiano, per via della struttura così esile. Fece il suo esordio nel mondo del calcio a quattro anni, nella squadra di un quartiere della sua Rosario, in Argentina. Di quel ragazzino così talentuoso si accorse il Barcellona che lo portò in Spagna e gli pagò tutte le necessarie cure mediche per crescere nel fisico e lo aiutò a diventare un uomo. Anzi, un gigante. Non solo per il numero di "Palloni d'oro" messi in bacheca, ma per un gesto, ahimè, inconsueto per le superstar sportive da milioni di tifosi e di follower e che spiega perché quel "vedere più lontano" non è una metafora.
Leo Messi ha accettato, nei giorni scorsi, la proposta di OrCam Technologies, un'azienda leader nel settore dell'intelligenza artificiale e della tecnologia indossabile, di diventare ambasciatore del progetto OrCam MyEye, uno strumento letteralmente capace di cambiare la vita di persone non vedenti o gravemente ipovedenti. Si tratta di un dispositivo di facilissimo utilizzo che si aggancia all'astina di un occhiale e che, non necessitando di collegamento a internet, permette di riconoscere volti, testo, oggetti, prodotti, codici a barre, denaro e molto altro, identificandoli e descrivendoli con una voce che, all'orecchio di chi lo usa, regala informazioni decisive per poter essere più indipendenti nelle normali attività della vita quotidiana. Messi e OrCam hanno costruito un vero dream team consegnando a decine di non vedenti e ipovedenti questo strumento.
Così, se vorrete per una volta curiosare sui social di un calciatore, categoria che normalmente usa quel modo di comunicare per altri scopi, potrete vedere uno dei più incredibili campioni della storia dello sport incontrare persone che soffrono di disabilità visive e trasformare un loro sogno in realtà, con un fluire di emozioni da pelle d'oca. Guardiamo (noi che possiamo) il modificarsi stesso dei tratti del viso e lo stupore, grazie a quello strumento, nelle persone che si rendono conto di essere di fronte al campione argentino. Potremo capire non solo di quanto quella tecnologia che talvolta ci spaventa possa essere utile, ma di come possa impattare su una qualità della vita che ha a che fare con l'autonomia, ma soprattutto con la dignità e le emozioni di un essere umano.
Sono circa trecento milioni coloro che, in tutto il mondo, soffrono di cecità o di disabilità visive. Cinque intere nazioni grandi come l'Italia sono abitate da persone che hanno grandi difficoltà a essere autonome per problemi alla vista. «Il nostro scopo è utilizzare una tecnologia che aiuti le persone con disabilità visive in tempo reale, nel mondo reale», spiega il professor Amnon Shashua, co-fondatore e co-Ceo di OrCam. «Questo dispositivo offre indipendenza nello svolgimento delle attività quotidiane, fornendo agli utenti un supporto fondamentale per sentirsi integrati nella società, in particolare in contesti lavorativi e di istruzione. È una tecnologia che aiuta gli utenti ad amplificare il proprio potenziale innato. Siamo convinti che la collaborazione con Lionel Messi, che oltre a essere un atleta ammirato in tutto il mondo, rappresenta al meglio il concetto di sfruttare al massimo il proprio potenziale, ci permetterà di raggiungere milioni di persone non vedenti e ipovedenti». Non c'è dubbio: Messi è l'ambasciatore perfetto, testimone in carne e ossa di che cosa significa avere la fortuna di essere aiutato a trasformare il proprio potenziale in una prestazione di successo. Ed è splendido che, oggi, voglia restituire anche così qualcosa di quell'immenso dono.
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