giovedì 18 dicembre 2014


Contro chi vedeva l'Incarnazione come un evento mistico
(Cristo, in un bagliore di luce, entrava nel grembo di Maria) si sviluppò, in
ambito agostiniano, la verità teologica della gestazione della Vergine.
Fiorirono così le madonne del parto, dalle più antiche del duecento, fino alla
Madonna di Monterchi, capolavoro di Piero della Francesca. L’ affresco era
destinato all’antica chiesa
di Santa Maria di Momentana, dove le donne incinte si recavano a impetrare
grazie per sé e per il nascituro. Attorno al 1785 la chiesa fu in parte
distrutta per edificare un cimitero. Nel 1911 l’affresco fu staccato per varie
ragioni, passando di luogo in luogo. Era straordinaria però, l'immagine di una
Madonna del parto all'ingresso di un cimitero! Una Madonna del parto, così,
come quella di Piero, che appare come arca dell'alleanza in uno squarcio di
cielo indicando solennemente la ferita del Mistero. Sì, quel taglio nell’abito
azzurro, è una ferita che addita all'uomo la bianca luce dell'eternità. Come si
potrebbe raccontare meglio il Natale? Non è il cimitero, nel nostro quotidiano,
il luogo della domanda, spesso angosciosa, di chi è assillato dal senso di una
vita che approda alla morte? Contro certa cultura moderna che vorrebbe
consegnare la morte al nulla, contro certuni che vorrebbero imporre agli uomini
un credo con la spada e la violenza, il cristianesimo sorge da una donna
incinta che sta come portale di vita davanti al luogo della morte. Com’è
stabile la Vergine, dipinta da Piero, dentro le pesanti cortine della Shekinà! E com’è ferma mentre addita il
luogo della novità divina! Il suo grembo, azzurro è come il firmamento (dal
latino firme), cioè stabile. Sì, la
tua Parola, o Dio, è stabile come il cielo! E chi affonda il suo piede in essa,
Parola fatta carne, non avrà da temere. Davvero il piede destro della Vergine è
fermo, certo nell'attesa di un evento che fonda la storia dell'umanità. Il
Natale è la festa della pretesa cristiana: nessuna religione vanta questo. Noi
abbiamola pretesa di non morire perché una donna gravida di vita sta alle porte
del cielo. Quanto più geniale è il taglio di Piero rispetto al celebre taglio
della tela di Lucio Fontana, un taglio che ferisce la tela nel nulla di una
passione (il rosso) senza risposta. Fontana, argentino di origine ma milanese
di adozione, aveva abbracciato la ricerca legata alla tridimensionalità nell’arte
pittorica, per giungere poi a comprendere che si era andati oltre, che c’era
una quarta dimensione, quella dell’infinito. Così ecco i tagli nelle sue tele,
ricerche spaziali come egli stesso li definisce, oppure attese. Attesa si
intitola, appunto, la tela del 1965, rossa con al centro netto un taglio di
rasoio del tutto simile al taglio di Piero nell’abito di Maria. Fontana aveva
tagliato anche una tela tutta azzurra, proprio come l’abito della Madonna di
Monterchi. Eppure quanto fugge l’infinito dalla sua attesa! Quale domanda di
senso rimane nel cuore di fronte alle sue tele. In Piero la ferita è una luce e
la risposta è una persona. Così sia questo il dono di Natale: la pretesa di
dire a chi amiamo: «Cristo ti regala l'eternità». Lo dice a noi la cronaca di
ogni giorno, della Siria e del Pakistan e dei mille luoghi di martirio
dimenticati, Cristo ci regala una vita che nessuno può uccidere.Immagini:
>Piero della Francesca, Madonna del Parto, 1455, affresco, 260 cm × 203 cm. >
>Spazi espositivi, Monterchi>
>Lucio Fontana, Concetto spaziale, Attesa 1965, 54 x 45 cm, Collezione Privata.  >
>Lucio Fontana, Concetto spaziale, Attese 1965, 55 x 46 cm, Galerie Mathias Fels, Parigi.>
 


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