giovedì 28 luglio 2016
Milano, 27 luglio – Questa mattina alle otto a messa, in una chiesa qualunque. Tra i banchi saremo una ventina. Alle nostre spalle il portone nel gran caldo è spalancato a chiunque voglia entrare. Viene anche agli altri quel pensiero?Subito lo cacci: no, non può essere, non in Italia, non qui. Un chierichetto bruno serve all'altare, le scarpe da ginnastica lise spuntano da sotto la tonaca. Il celebrante è anziano, ha i capelli candidi. Anche in quel piccolo paese vicino a Rouen lo era – ti torna, di nuovo, quel pensiero insistente. E questa volta non vuoi censurarlo: quell'uomo magro, fragile, costretto a inginocchiarsi davanti all'altare, a subire oscure parole di condanna, e poi massacrato.Scoprire in sé, a quest'idea, prima del dolore e prima ancora della paura, la rabbia: rabbia per una così ignominiosa ingiustizia, per la debolezza di un vecchio prete calpestata. Rabbia: come avvertirsi dentro una pozza di benzina, ampia, e, accanto, a pochi centimetri di distanza, vicinissima, una fiamma.Cerchi di non pensarci, ma la memoria ostinata ritorna: in un'antica qualunque chiesa di Occidente un sacerdote come questo sull'altare, un uomo di 86 anni giustiziato, nelle sue povere membra di vecchio. Sentirsi dentro, sconosciuta, questa rabbia nuova, come un falò, pronto a divampare. Sussulti. Non sapevi di avere in te questo lago questi vapori, questo bacino di incendio.Ma la vigliaccheria estrema di Rouen è capace di innescare l'ira anche in te, che ti credevi una donna ragionevole, pacifica. Per il contraccolpo vorresti sederti sulla panca: non ti aspettavi l'ignota tua abitatrice – simile, in fondo, alla rabbia che sobbolle nei movimenti nazionalisti e di destra che si allargano in Europa, e con cui credevi di non avere assolutamente nulla in comune.Intanto il celebrante va avanti. Assisti muta al sacrificio eucaristico. Oltre al dolore, allo sgomento e alla paura, non provavano forse anche rabbia gli apostoli per Cristo, il loro maestro amatissimo, per Cristo, l'agnello torturato e immolato tra i lazzi e gli insulti? Capisci ora come non hai capito mai il gesto di Pietro, che impugna la spada e ferisce i soldati che catturano Gesù: («Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro»). Non avevi pensato mai, a quanto terribilmente umana era quella ribellione.Cristo però ordina a Pietro di riporre la spada, e già sovverte l'ordine umano delle cose. Ma poi, dopo il Calvario, dopo gli insulti, dopo la veste giocata a dadi – cosa fareste, se l'assassino si giocasse la veste di un vostro fratello ucciso? – dopo, dunque, quale forza immensa permise agli apostoli di non vivere di ansia di vendetta, ma di perdono e di annuncio del loro Dio? La Messa ora è finita e te ne esci pensierosa. Rouen, il martirio di un prete dei nostri, ti lascia ora in una pietà acuta come una ferita, e in nuove, assorte domande.
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