Prossimi alle famiglie ferite anche per contatto informatico
venerdì 27 aprile 2018
Ci sono dei segni, a volte minimi, che danno la misura di quanto le nostre vite si siano largamente digitalizzate e di quanto la pastorale possa trarne (anche) giovamento. Quello che rilevo oggi si deve a monsignor Douglas Regattieri, pastore di Cesena-Sarsina. Il contesto è una breve lettera «agli sposi che vivono situazioni di separazione, di divorzio e di nuova unione», che "Avvenire" ha già presentato ai lettori lo scorso 17 aprile e che è stata pubblicata integralmente sul "Corriere Cesenate" ( tinyurl.com/y8crkw7p ). In essa il vescovo fa seguire alla volontà di «entrare» nelle case di questi sposi «in punta di piedi», «in atteggiamento di ascolto e dialogo», la pubblicazione dei suoi «riferimenti telefonici e informatici», cioè del cellulare e della posta elettronica, insieme a quelli dei collaboratori nella pastorale familiare. E non per modo di dire: sono ben 32 recapiti di persone (oltre a quelli di uffici, gruppi, associazioni), che occupano tanto spazio quanto la lettera vera e propria e che ogni lettore del settimanale diocesano si è potuto appuntare.
Dieci anni fa il cardinal Tettamanzi, alla guida della diocesi di Milano, scrisse un documento assai simile a questo, per il genere letterario e per il moto di prossimità alle medesime categorie di fedeli che lo spingeva. «Da molto tempo coltivo il desiderio di rivolgermi a voi, con una modalità il più possibile diretta e personale», vi si leggeva in apertura. Il dettaglio digitale che monsignor Regattieri ha potuto oggi aggiungere, impensabile nel 2008, fornisce al medesimo moto una concretizzazione che i destinatari non mancheranno, credo, di apprezzare. Vero è che, a maggior ragione in una diocesi a misura d'anima, ottenere un contatto diretto con il vescovo non dovrebbe essere difficile. Ma quando si portano ferite come queste anche la sola ricerca del pronto soccorso può apparire un ostacolo insuperabile. Stabilire il contatto a partire dal clic discreto con il quale si invia una email sarà di aiuto, rafforzando l'idea che vale la pena provarci.
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