martedì 12 marzo 2019
«Io voglio che il mio lettore, chiunque egli sia, pensi a me solo e non alle nozze della figlia o al processo o alla casa, al podere, al tesoro; e, almeno finché legge, io voglio che stia con me. ...Se è preoccupato dei suoi affari, differisca la lettura... io non voglio che studi nel momento stesso in cui si occupa d'altro; non voglio che apprenda senza fatica ciò che non senza fatica ho scritto». Francesco Petrarca è un poeta importantissimo: la sua lirica diverrà modello per secoli di quella a venire, in Occidente. In una lettera indirizzata a un amico, si sofferma sul tema della lettura: la poesia dal punto di vista del lettore, non del suo autore. Petrarca sottolinea l'assolutezza e l'importanza dei versi scritti, e il dovere, da parte di chi apre il libro, di affrontarli con assoluta concentrazione. Se hai altro per la testa, rinvia la lettura a domani. O fanne anche a meno. Per entrare nei miei versi devi avere la mente e l'animo sgombri da ogni altro pensiero o affanno. Un giusto, elevato richiamo alla dedizione rispettosa che esige ogni opera d'arte. Quanto mai necessario oggi, tempo di distrazione e superficialità. Affronta il libro, il film, la tela, con lo spirito preparato e svuotato. Non sprecare l'occasione di un viaggio, forse un tesoro.
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