“Portobello”, show in formato Clerici
martedì 30 ottobre 2018
«Come una favola, c'era una volta Portobello... C'era una volta e c'è ancora». Antonella Clerici, dopo l'immancabile collegamento con il Tg1 e la pubblicità (le réclame, come dice lei), dà il via all'ennesima operazione nostalgia con tanto di spezzoni del programma di Enzo Tortora che alla fine degli anni Settanta segnò la storia della televisione e offrì lo spunto a decine di futuri format. Il nuovo Portobello si inserisce nel filone che ha portato Fabio Fazio a riproporre Il Rischiatutto e Carlo Conti La Corrida, pur nella convinzione dell'impossibilità di rifare Mike Bongiorno o Corrado. Eppure, per certi versi, sia Fazio che Conti un po' ci hanno provato. Fazio ci ha messo dell'ironia, ma sotto sotto qualche atteggiamento alla Mike saltava fuori. Conti, specialista del “tale e quale”, è stato ancora più fedele all'impianto dello storico show dei dilettanti allo sbaraglio. La Clerici, anche per una questione di genere (nel senso di maschile e femminile), non ha cercato di imitare Tortora e ha trasformato il fu Portobello in pretesto. Il nuovo (non a caso spostato dall'originario venerdì sera di Rai 2 al sabato di Rai 1) è di fatto un varietà cucito addosso alla conduttrice, la cui bravura non è in discussione, come non è in discussione quella di Fazio e di Conti, anche perché tenere banco per tre ore e mezzo in diretta come ha fatto la Clerici sabato scorso non è facile. Ad unire i tre è anche il sogno. «Chi l'avrebbe mai detto, il mio sogno si sta per realizzare: con la Rai abbiamo deciso di rifare Il Rischiatutto», annunciò a suo tempo Fazio. Lo stesso disse Conti per La Corrida e lo stesso ha detto la Clerici parlando di storia personale. Il problema è che i tempi sono cambiati, la società ha subito trasformazioni epocali, la tv non è più la stessa e i sogni giovanili non reggono l'urto con il nuovo che avanza. Il “centralone” nell'epoca dei social appare un reperto archeologico. Anche i numeri sono cambiati. L'unica cosa nuova rispetto a 40 anni fa sono le curiose polemiche degli animalisti. Tortora metteva insieme dai 20 ai 25 milioni di telespettatori. Il Carlo nazionale al debutto con La Corrida ne contò sei milioni. La Clerici si è fermata poco sopra i 4 milioni perdendo nettamente il confronto con il Tu sì que vales di Canale 5, a conferma che non sempre le operazioni nostalgia pagano, nonostante un pubblico tv sempre più anziano.
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