mercoledì 26 ottobre 2005
Quanto mi sei contestabile, o Chiesa, eppure quanto ti amo! La credibilità non è degli uomini, è solo di Dio e del Cristo. Solo lo Spirito Santo è capace di fare la Chiesa con delle pietre così mal tagliate come siamo noi! «Stringendovi a Cristo, pietra viva", anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale». Queste parole di s. Pietro nella sua Prima Lettera (2, 4-5) sono in filigrana all'esclamazione appassionata di fratel Carlo Carretto, testimone di una spiritualità autentica e intensa. L'amore per la Chiesa parte proprio dal suo essere "incarnata" e quindi immersa nella storia, nella polvere e nel fango delle sue strade e soprattutto dal suo essere fatta di quelle «pietre mal tagliate» che siamo noi cristiani. C'è, dunque, un peso da portare che è quello della cristianità storica, con le sue infedeltà al Vangelo e le sue colpe: la testimonianza lasciata da Giovanni Paolo II con le sue domande di perdono è illuminante. La Chiesa è, però, anche e
soprattutto la presenza del Padre che ama, del Cristo che salva, dello Spirito che santifica. È questa inabitazione profonda che trasforma le pietre in architettura, le tiene insieme in armonia, le perfeziona. Infatti, se la Chiesa è di Dio, essa è però fatta di persone; se è corpo di Cristo, lo è perché oltre al capo ci sono tutte le membra, compresi i piedi. In questo intreccio tra infinito e limitato, tra divino e umano si ha la bellezza di una realtà che continua il mistero dell'Incarnazione, cioè Gesù Cristo nel tempo e nello spazio. Proprio per questa sua essenza, come scriveva un famoso teologo, Charles Journet, «la Chiesa è senza peccato, ma non senza peccatori».
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