Perché l'infatuazione per Baricco si è smorzata e ha successo Saviano
sabato 24 aprile 2010
Antonio Spadaro, critico letterario della "Civiltà Cattolica", sull'ultimo numero della rivista ha recensito il romanzo di Alessandro Baricco Emmaus, spiegando che non è riuscito ad apprezzarlo anche per la ragione che i suoi personaggi gli sono sembrati «parodie di se stessi». Paolo Di Stefano ha intervistato Baricco sul "Corriere della sera" di lunedì scorso a proposito dei suoi deludenti rapporti con la critica: e lo scrittore torinese, dopo aver ribadito che disapprova i critici che lo liquidano en passant con una battuta, dopo aver deplorato gli scrittori che promuovono se stessi con dichiarazioni di poetica, ha detto en passant: «Capisco Saviano, pur non essendo d'accordo neanche su una parola».
Baricco e Saviano. Al successo abnorme del primo è seguito il successo dilagante del secondo. Con la comparsa di Saviano, di Baricco si parla poco, la sua immagine è improvvisamente sbiadita. Il suo stesso lettore-tipo sembra già una figura d'altri tempi. Non è il caso che io scenda in valutazioni critiche argomentate, mi fermo alla superficie. Il successo, quando supera certi limiti, è anche un fenomeno di superficie, va oltre i confini della letteratura e diventa mitologia di massa. Baricco, allievo del professore di estetica Gianni Vattimo, era l'autore adatto ad un pubblico assetato di "signorilità" e di distinzione per tutte le tasche: Baricco stilista, Baricco docente di scrittura creativa e maestro multimediatico di estetica applicata. Roberto Saviano, allievo di Goffredo Fofi, che è un pubblico accusatore di ogni genere di narcisismo, con Gomorra ha rovesciato il modello precedente. Alla letteratura rilassata e senza nervi di Baricco ha sostituito una letteratura che drammatizza, denuncia, accusa, combatte il primo male italiano: la criminalità organizzata e il suo contagio crescente in tutte le regioni. Due autori di successo, due metà dell'Italia di oggi o di sempre: da un lato l'infatuazione per la bella forma, dall'altra la naturalezza del crimine in un clima d'illegalità generale.
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