Paola combatte il cancro con le "amiche per mano"
giovedì 20 gennaio 2022

Cosa vuol dire convivere con il dolore? Con il lutto? Con la scomparsa di tante amiche? Con la consapevolezza che se ci sarà un futuro, sarà a breve termine? Paola Cornero conosce la risposta a ciascuna di queste domande. Il tumore al seno metastatico non apre la prospettiva del "se", ma piuttosto del "quando"…

Paola Cornero

Paola Cornero - foto di Luisa Morniroli

A 57 anni, Paola è una bergamasca da manuale: concreta, asciutta nelle parole. E in più, con i suoi luminosi occhi celesti e i suoi capelli castano chiari dolcemente ondulati, esprime una gioia e una bellezza che colpiscono. Il suo sorriso insegna molto. Dopo la diagnosi e gli interventi, dopo le cicatrici e le terapie, si è rimessa in piedi e nel 2016 ha buttato cuore e testa in un’associazione che coinvolge donne con la sua stessa malattia. Dal 2020 ne è la presidente, vincendo una comprensibile riluttanza a prender impegni per il futuro, visto che le statistiche sentenziano che la sopravvivenza a 5 anni è del 30%. A lei la diagnosi arrivò nel dicembre 2015.

«"Amiche per mano": abbiamo scelto di chiamarci così perché all’inizio ci siamo davvero prese per mano e aiutate una con l’altra. Oggi le pazienti che incontriamo in ospedale nelle nostre attività si rispecchiano in noi perché sanno che viviamo la stessa malattia che ha colpito loro. Le accompagniamo alle visite, le ascoltiamo dopo la diagnosi, le incoraggiamo a partecipare ai nostri corsi, oggi offerti online a causa della pandemia: ne teniamo di 15 tipi diversi, dalla ginnastica posturale alla gestione dello stress, fino all’estetica oncologica».

Paola sa che con la sua associazione e le sue volontarie può fare la differenza per tante donne malate, «perché qualcuno l’ha fatto prima con me», spiega. Sa che il messaggio di incoraggiamento prima di un intervento, la mano nella mano aspettando gli esiti di un esame di controllo, la sorellanza che nasce dall’aver vissuto lo stesso tsunami emotivo, una voce amica che ti dice «Ce la puoi fare» sì, possono fare la differenza.

«Sono piccole luci che le donne vedono in un pozzo di sofferenza», dice e poi spiega che convivere con una malattia senza guarigione è duro, che lei stessa ha spesso bisogno di aiuto psicologico, e il baratro si apre davanti ogni volta che una delle "amiche per mano" non ce la fa. E se si va comunque avanti facendo i controlli prescritti e affidandosi ai medici, è proprio quell’amicizia con le altre malate a darle forza e a permetterle a suo volta di offrirla alle altre.

«Ho perso molte amiche, in periodi particolarmente duri ho subìto un lutto a settimana. Soffro. Con le altre della mia associazione ci facciamo un pianto, poi ci laviamo il viso e trasformiamo il dolore in azione. E ricominciamo ad aiutare altre pazienti, creando altri legami, altri supporti, altri semi di amicizia e gratitudine».

L’associazione oggi ha 320 soci, quasi 4mila seguono i social di "Amiche per mano" in cui si diffondono consigli preziosi e messaggi di speranza; 200 donne ogni anno vengono "intercettate" all’interno della Breast Unit dell’ospedale Humanitas di Bergamo, coordinata dal chirurgo Massimo Maria Grassi, dove opera principalmente l’associazione. L’unica speranza che offre la scienza, oggi, è cronicizzare la malattia: tra le altre attività di "Amiche per mano" c’è anche la raccolta fondi per finanziare borse di studio in questo campo. Paola soffre anche nel constatare che il cancro al seno attacca donne sempre più giovani, anche sotto i 30 anni. Paola Cornero è madre di tre figli tra i 20 e i 27 anni e insegna Lettere in un istituto tecnico: con il loro affetto un po’ ruvido da maschi, gli alunni l’hanno aiutata a tornare in aula dopo un’assenza di sei mesi. «La malattia mi ha tirato fuori un coraggio che non sapevo di avere. Il coraggio di espormi, di parlare con parole che non sapevo di avere. E, come dico sempre ai miei studenti, la malattia capita, ma tocca a noi decidere come reagire».


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