mercoledì 23 agosto 2006
Il sole non aspetta che lo si preghi per far parte della sua luce e del suo calore. Anche tu fa tutto il bene che dipende da te senza attendere che te lo si domandi.È stato un famoso medico e anche un politico: è a Paolo Mantegazza, nato a Monza nel 1831 e morto nel 1910, che dobbiamo la riflessione di oggi, suggeritami da un lettore suo concittadino. Per assonanza mi viene spontaneamente in mente uno dei Proverbi biblici: «Non negare un beneficio a chi ne ha bisogno, se è in tuo potere di farlo. Non dire al tuo prossimo: Va", ripassa, te lo darò domani, se tu hai ciò che ti chiede» (3, 27-28). A tutti è capitato nella vita di imbattersi in persone che, per elargire un favore, devono essere blandite, esaltate, venerate e solo allora fanno cadere dall"alto il dono sospirato. Lo scienziato monzese ci ricorda uno dei tanti benefici fondamentali che ogni giorno riceviamo senza bisogno di implorazioni e ringraziamenti: è la luce del sole, principio radicale di vita.Anzi, noi siamo circondati di realtà preziose del tutto gratuite, delle quali non siamo mai riconoscenti: pensiamo all"aria, all"acqua, ai frutti della terra, alla vita. Proprio per questo siamo invitati - nel caso dei nostri ben più modesti favori - a non farci pregare, a non essere altezzosi nei confronti di chi spera un aiuto e soprattutto a non pretendere poi un ricambio o una gratitudine perpetua. Certo, è vero che la riconoscenza non è un sentimento facile ad attecchire, se non quando c"è la speranza di ottenere beni ulteriori. Ma è anche vero che spesso accade ciò che sarcasticamente osservava lo scrittore americano Mark Twain: «La gratitudine è un debito che di solito si accumula, come succede coi ricatti: più paghi, più ti chiedono».
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