martedì 19 novembre 2019
Infelice ma anche felice, sollevata ma afflitta dalla colpa - come tutte - sono rientrata al lavoro quando il bambino aveva 6 mesi. Stare a casa di più non potevo. La fortuna è stata una zia + nonni e bisnonna che hanno fatto da nido.
È sacrosanto che al tema nidi venga finalmente dato peso politico: sono i primi e decisivi mesi di vita di ogni creatura. L'imprinting. Qualcosa sbaglierete di sicuro, pur con le migliori intenzioni: il compito resta difficilissimo. Ma nessun dubbio: la più attrezzata per non sbagliare è la madre. Purché sia messa nelle condizioni per fare il suo prezioso lavoro: in condivisione e circondata di affetto, e non lasciata sola.
Le grandi famiglie ormai sono una rarità: ci vorrebbe in ogni quartiere un luogo in cui mamme, nonne e bambini (il team naturale) possano incontrarsi, supportarsi e condividere. Il "nido" ideale a mio parere è questo. Se poi la mamma lavora fuori casa avrà bisogno di maggiore supporto: ma anche qui, dipende da quanto, dove e come lavora.
Il modello un po' "sovietico" e fordista del nido 8-18 non funziona, anzitutto per il bambino-a (che va sempre tenuto per primo).
Condivisione "naturale", soluzioni flessibili e di vicinato, coinvolgimento dei padri, smart working e il massimo possibile di lavoro da remoto: è per questo che si deve lottare.
Più tempo la mamma passa con il bambino e meglio è. Per tutti.
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