sabato 26 giugno 2021
«Alle cinque di sera ebbero la vista dell'isola, se ne scorgevano i più piccoli dettagli, grazie alla limpida atmosfera, alla luce completa degli ultimi raggi del sole al tramonto. Edmondo divorò con gli occhi questa massa di scogli che sembravano tinti di tutti i colori del crepuscolo, dal rosso vivo fino al turchino cupo, di tanto in tanto gli salivano al viso delle vampate ardenti: la sua fronte diveniva di porpora, una nube rossastra passava davanti ai suoi occhi». Le isole nascondono sempre un tesoro agli occhi dei continentali. Per questo si diventa marinai e si cerca di raggiungerle. Alexandre Dumas fu affascinato da quella specie di piramide che sorge selvaggia in mezzo al mar di Toscana, a sud dell'Elba, e «al di sotto dell'isola piana e verde di Pianosa (...) fra l'azzurro del cielo». Quella volta il tesoro c'era davvero! Oltre ai Fenici e ai Greci che solcarono il Mar Mediterraneo, altri naviganti sognarono mari ideali, isole cariche di promesse straordinarie, di tesori più preziosi dell'oro, come la pianta dell'eterna giovinezza: «le cui radici sono simili a un rovo, le cui spine, come quelle di una rosa (…) se raggiungerai tale pianta con le tue mani troverai la vita». Quella che trovò Gilgamesh, mitico re di Uruk.
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