giovedì 8 gennaio 2015


La capanna di Davide è veramente messa male nel Trittico dell’Adorazione di Hieronymus Bosch. Sembra miracolosamente sorretta da un lungo legno curvo posto proprio in primo piano. Un legno che separa la Madre dal Figlio, come più tardi avverrà con la croce. Eppure la Vergine Madre sta sotto di essa con la solennità di una regina, reggendo il Figlio suo. Nessun timore che la capanna possa cadere! Anche nel paesaggio Bosch narra un identico contrasto: la stella spende allo zenit della storia segnando un cambiamento epocale, l’anno zero di una nuova era e all’orizzonte ecco cavalli schierati e guerre in atto. Luce e oscurità. Il tema si ripete poi, di nuovo, nei pressi della capanna. Tre re sono rivolti al Divino infante, ma nessuno di essi ha la corona. Una è posta ai piedi del Bambino mentre l’altra è in mano ad un quarto re. Questi è l’unico a essere incoronato ed è un re inquietante. È piagato a una gamba (che sia lebbra?), spia da dietro le inferiate, compaiono sul suo manto sfere e anelli e simboli demoniaci sopra la stola che pende dal precario riparo del mantello rosso. È l’Anticristo? È il fumo di Satana entrato nella casa di Dio? A ben guardare questo re è nudo, come il Cristo che sta in grembo alla Madre come su un altare, porta una corona di spine, è ferito, incatenato e indossa il manto rosso della pazzia. La scena è nel pannello centrale del Trittico che, chiuso, mostra la Messa miracolosa di papa Gregorio (inginocchiato similmente al mago canuto) e un chierico incredulo.
Gregorio Magno, papa dal 540 al 604, ebbe nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, a Roma, una visione. Mentre celebrava la Messa un chierico fu preso da incredulità rispetto al Mistero e proprio nel momento della Consacrazione si manifestò il Cristo piagato. Bosch dipinge, con la tecnica grisaille, il papa in ginocchio e, sulla sinistra dietro la tenda, il chierico incredulo che addita il miracolo, mentre a destra un (anacronistico) frate che regge la tiara del papa. Nella parte alta dell’altare sporge, appunto, il Cristo vilipeso. L’Ecce Homo.
Ecco svelato allora, almeno in parte, il mistero del re nudo che contende il trono al Re Bambino, nudo anch’esso: Erode l’idumeo, l’usurpatore che siede sul trono di Davide, spia sornione la nascita del re promesso, il Germoglio della radice di Davide.
Sì, è il fumo di Satana entrato nelle file del popolo di Dio, un fumo che, suo malgrado, cela in sé i segni della vittoria del Salvatore. Come l’incredulità del chierico ci ha meritato l’apparizione del Salvatore, così il re usurpatore manifesta a noi il destino di passione del Figlio di Dio: i flagelli, la corona di spine, il mantello del Re di burla, la morte in croce, saranno per Lui supplizio, per noi Salvezza. Qui s’infrangono le potenze del male. Qui sarà la pace. Così capiamo le antinomie del Trittico: il mondo continua con le sue guerre e con le trame di potere, ma dentro lo scandalo del male, serpeggia già la vittoria della croce che il Salvatore ha voluto eterna e certa, come la capanna diroccata della dinastia di Davide.

Immagini:
Hieronymus Bosch, Trittico dell’Adorazione dei Magi, pannello centrale, 1485-1500 circa. Olio su tavola 138×144 cm. Museo del Prado, Madrid

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