domenica 15 settembre 2013
A differenza di tanti altri luoghi ebraici che furono distrutti dai nazisti nell'Europa occupata, il quartiere ebraico di Praga, con il suo straordinario cimitero che risale al XV secolo e le sue antiche sinagoghe, è rimasto intatto sotto l'occupazione. Questo perché i nazisti avevano deciso di trasformarlo in un Museo della Razza Estinta, che si sarebbe riempito di reperti e oggetti man mano che gli ebrei venivano da loro cancellati dalla faccia della terra. Ed infatti, i reperti, libri, rotoli della Torah, argenti rituali, affluirono da ogni parte dell'Europa occupata nel vecchio Museo, creato all'inizio del '900. Dai ghetti dove gli ebrei venivano rinchiusi furono prelevati gli studiosi per realizzare il museo. L'idea di raccogliere le testimonianze di un popolo mentre al contempo si opera attivamente per estinguerlo è una delle più aberranti che mente umana abbia mai inventato. La sua freddezza è terribile. Altrettanto perverso è quel che successe agli studiosi ebrei dopo che ebbero lavorato a quei reperti e catalogato quei manoscritti, dopo che li ebbero collocati nel loro contesto culturale. Furono tutti mandati ad Auschwitz, per cancellare anche la memoria di quel loro compito forzato, per lasciare solo gli oggetti, i testi, gli edifici. Ma nessun essere vivente.
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