domenica 23 settembre 2012
«Colui che legge bene è colui che, per così dire, non legge più, o che non si accorge di leggere». I filosofi, soprattutto i grandi filosofi, come Carlo Sini, di cui cito queste parole, non sono qui per caso. Da tempo ci si interroga, giustamente, sul futuro del libro: con la diffusione dell' e-book scomparirà il volume cartaceo? Sono coinvolto in prima persona, come autore, e penso che se questo è il futuro del libro, va bene, ciò che conta è quanto vi è scritto. Non si combatte la realtà quando non è malefica, e questa non lo è affatto. D'altro canto sto inviando questa breve «avventura» via e-mail, non con un piccione viaggiatore. Ma certo avrò nostalgia del libro cartaceo e rilegato, mio, e dei maestri, e compagni di strada, se scomparirà. Anche se so che non scomparirà per sempre, ritornerà, magari dopo vent'anni, come il vinile. Ma il problema è un altro: Sini, nel suo libro Etica e scrittura, affronta verità fondamentali sull'invenzione greca che ha cambiato l'umanità, trasformando l'uomo nella nuova condizione di lettore. Questo conta, e il filosofo, il saggio, rivela con chiarezza: ovunque tu legga, su una pergamena, una pagina stampata, uno schermo, tu stai leggendo. Sei uno che non vede le lettere, non percepisce la scrittura, ma la sua anima invisibile, che la scrittura non rappresenta ma svela. Questo conta, è accaduto e non muterà più.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: