La rigidità delle idee, la libertà dei romanzi
venerdì 10 aprile 2020
Deve essere accaduto anche in passato, ma oggi sembra tutto più veloce, anche i tempi entro i quali ogni idea scivola verso la sua degradazione. Quando le idee, anche quelle fondate su esperienze reali e conoscenze certe, si irrigidiscono per la nostra incapacità di pensarle con responsabile chiarezza, allora si trasformano nel vessillo di fanatismi contrapposti. E senza il fanatismo delle idee, anche gli istinti aggressivi peggiori avrebbero vita più breve e stentata. Quando ostilità e odio conquistano un’idea e se ne appropriano, allora l’istinto distruttivo si nobilita e l’idea si degrada: viene cioè nominata senza essere più pensata. Le ideologie come sistemi di idee oggi sono deboli, poco elaborate, senza forti radici culturali. Circolano però idee singole che nella loro elementarità e rigidità si diffondono più rapidamente. Un paio di esempi macroscopici. Siamo tutti degli individui con la nostra coscienza, libertà, responsabilità e storia personale: ma l’individualismo in quanto idea fissa trasforma una realtà e verità concrete in una anchilosi caratteriale e fa pensare che gli individui siano entità assolute, in nome delle quali agli altri individui possono essere fatti dei torti. Cosa contrapporre all’individuo egoista? La società, la comunità, il gruppo, la corporazione, la nazione? Ma a loro volta queste idee fondate sulla realtà vengono assolutizzate pericolosamente fino a pretendere che gli individui ubbidiscano e basta alle loro regole. Solo che una società libera non è libera se la libertà viene negata a singoli individui il cui primo dovere sarebbe di sottomettersi e sacrificarsi a “istanze superiori”. Ci sono casi in cui gli individui compiono ingiustizie o crimini che la loro individuale coscienza, se libera e autonoma, non avrebbe permesso loro di compiere. La guerra fra nazioni è il caso estremo; ma anche la lotta fra classi sociali, quando esplode violentemente, non distingue più fra individui colpevoli e individui innocenti. Gli egoismi nazionali, l’etica di comunità, di corporazione, di gruppo o schieramento politico rappresentano spesso un pericolo maggiore dell’egoismo individuale perché si mascherano da altruismo e si investono del diritto inappellabile di condannare e punire i singoli. All’individuo appartengono, devono appartenere, la libertà e il dovere di fare il bene secondo coscienza anche quando l’etica socialmente conforme, le leggi dello Stato, la solidarietà o complicità di gruppo richiedono, vogliono imporre ubbidienza. Le idee non meritano che si abbia fede in loro quando si irrigidiscono e si alienano dalla realtà per accrescere il proprio potere di persuasione o di coercizione. Perciò senza immaginazione morale e simpatia umana, senza rifiuto di sopraffare ed esercitare potere sugli altri, non c’è idea che meriti fedeltà. Leggere letteratura serve ad aumentare la capacità di immaginazione necessaria a capire questo.
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