mercoledì 3 maggio 2017
Pagina online di un quotidiano, una giornata qualunque: in apertura l'orrore di Stoccolma. Sulla colonna di destra, in successione: le dichiarazioni della pornostar Malena all'Isola dei Famosi, lo spacco di Samantha De Grenet, le prodezze erotiche di Bobo Vieri. Dribblando i pop—up pubblicitari che esplodono in continuazione cerchi le notizie, male impaginate e sepolte in mezzo alla fuffa porno—soft. Questione di clic. Ma tolta la fatica per le lettrici a cui, mentre provano a informarsi tocca costantemente colluttare sul lato destro con un degradante senso di sé — chissà perché si continua a pensare il lettorato come solo maschile e di bassissima lega, salvo qualche doverosa finestra “al femminile” — a preoccupare è lo straniamento prodotto dalla contiguità tra news, editoriali pensosi, suggestioni onanistiche e cretiname vario. Tutto insieme in un'unica videata e successivi scroll. Se il cartaceo mantiene a fatica una certa gerarchia delle notizie, l'online frulla alto e basso e appiattisce, “alzando” l'irrilevante, preferibilmente cochon, e sminuendo ciò che meriterebbe la massima attenzione. Un po' di questo spaesante veleno ogni giorno. Se le giornaliste e i loro colleghi di buona volontà hanno un compito, è proprio quello di resistere alle pressioni del marketing per difendere responsabilmente, insieme ai posti, anche il senso del proprio lavoro.
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